I dolcificanti artificiali vengono usati, nell’industria alimentare, per ridurre l’apporto calorico degli alimenti e per diminuire la quantità di zuccheri (e quindi il picco glicemico) derivante dal loro consumo.
Ma pare non sia proprio così …
I risultati di un autorevole studio pubblicato a settembre su Nature (Artificial sweeteners induce glucose intolerance by altering the gut microbiota) e presentati al congresso dell’European Association for the Study of Diabetes di Vienna dimostrano che proprio questi dolcificanti, in particolare saccarina, aspartame e sucralosio, possono provocare alterazioni metaboliche: anziché prevenire il diabete o porre rimedio a una glicemia ematica elevata, aggraverebbero il problema.
Gli esperti del Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele), autori dello studio, hanno somministrato a topi di laboratorio acqua con un dolcificante (saccarina, aspartame o sucralosio) notando come sviluppassero marcata intolleranza al gluocosio e innalzamento dei livelli di glicemia rispetto ai topi a cui invece veniva somministrata semplice acqua o acqua e zucchero.
La causa sembra essere un’alterazione della flora batterica intestinale: il microbiota dimostra un ruolo sempre più importante nel condizionare l’omeostasi glucidica e di tutta una serie di processi endocrino-metabolici. L’ipotesi della relazione tra alterazione del microbiota e squilibrio metabolico ha trovato conferma nel fatto che grazie alla somministrazione di probiotici si riusciva a neutralizzare l’effetto dei dolcificanti.
Anche se è presto -serviranno altri studi- le basi sembrano solide, con prove sia nei ratti che nell’uomo.
Già nel febbraio del 2013, uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition (Consumption of artificially and sugar-sweetened beverages and incident type 2 diabetes in the Etude Epidemiologique aupre des femmes de la Mutuelle Generale de l’Education Nationale–European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition cohort) dai ricercatori dell’Istituto Gustave Roussy, mostrava come le donne che consumano quantità moderate di bevande edulcorate hanno un maggiore rischio di sviluppare diabete rispetto alle donne che non ne consumano, anche se questo era un dato statistico senza nesso di causalità. Secondo gli esperti «non è il caso di alimentare il panico»; «Prima che questi risultati possano essere trasformati in raccomandazioni nutrizionali c’è comunque bisogno di ulteriori conferme e di riflessione» ha dichiarato Enzo Bonora, presidente della Società italiana di diabetologia.
I dolcificanti artificiali sono grandemente utilizzati - e spesso prescritti anche da molti dietologi per controllare il peso - al posto dello zucchero poiché, a fronte di un potere dolcificante di centinaia di volte superiore rispetto al saccarosio, hanno pochissime calorie, da zero a 2 per grammo contro le quasi 4 dello zucchero. Sono contenuti in bevande dolcificate o soft drink, snack, caramelle, gomme da masticare, yogurt, biscotti e spesso si è discusso sul fatto che siano dannosi per la salute, con risultati diversi e anche contrastanti. Il loro consumo è però sconsigliato da molte istituzioni scientifiche nei bambini al di sotto dei tre anni, nelle donne in gravidanza e in allattamento. Consumare cibi e bevande light sperando di perdere peso ed evitare le conseguenze dell’obesità sembra non essere una buona strategia: negli ultimi anni , infatti, un numero crescente di studi ha segnalato che la semplice sostituzione del saccarosio con i dolcificanti – naturali o artificiali – non ottiene i risultati promessi dalla pubblicità , anzi, rischia persino di fare peggio. La cosa migliore da fare è ridurre il consumo di alimenti dolci, rimanendo nell’ambito di un’ alimentazione equilibrata.
I ricercatori della Bloomberg School of Public Health della Johns Hopkins University, in uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health hanno esaminato i modelli nazionali di consumo di bevande, l’introito calorico e il peso corporeo riferiti a un significativo campione della popolazione adulta, composto da quasi 24.000 individui, appurando che le persone obese o in sovrappeso che bevono regolarmente bevande dietetiche assumono più calorie dal cibo rispetto a coloro che scelgono le bibite normali o altri tipi di bevande zuccherate. In precedenza altri studi avevano evidenziato che i dolcificanti artificiali, presenti in dosi massicce nelle bibite dietetiche, sono associati con una maggiore attivazione di centri di ricompensa del cervello, alterando così la soddisfazione che una persona trae dal gusto dolce: il dolcificante artificiale interferisce con il controllo dell’appetito. Il “finto dolce” non dà lo stesso senso di appagamento e di sazietà del dolce vero, perciò spinge a cercare più calorie dal cibo solido finendo per aumentare l’introito calorico giornaliero totale.
Come al solito, niente scorciatoie: alimentazione equilibrata e stile di vita attivo sono l’unico mezzo per mantenere un giusto peso corporeo e per godere del cibo: anche quello dolce, nella giusta misura!
Dott.ssa Daniela Troiani