Fa venire i brividi leggere che la Festa della Toscana 2022, in programma oggi, 30 novembre, è dedicata all’art. 21 della nostra Costituzione che garantisce e tutela la libertà di espressione. Brividi di indignazione, quella sana indignazione che dovrebbe scattare in tutti coloro che in Toscana hanno subito censure da parte delle istituzioni che la governano. Istituzioni a guida PD, acronimo di Partito Democratico, dove l’aggettivo “democratico” è stato svuotato negli anni del suo significato etimologico. Si è democratici quando si rispettano, si applicano e si fanno applicare i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Carta Costituzionale, in primis quel “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” che apre l’art. 21 Cost. che condensa tutte le principali libertà dell’uomo in uno Stato democratico in quanto, nella libertà di espressione, sono compresi una moltitudine di diritti. Innanzitutto il diritto di pensare liberamente.

Non si è democratici quando si impedisce di fatto ad una libera associazione di cittadini come AsSIS di svolgere il proprio convegno organizzato da tempo in accordo, in questo caso, con il Comune di Firenze, sempre a guida PD, a pochi giorni dalla data prestabilita. Un atto di vera e propria censura verso chi (medici, ricercatori, avvocati) voleva diffondere le proprie idee su un tema che, invece, avrebbe dovuto essere sostenuto dalle istituzioni della nostra Toscana “democratica”: “Difendere la Costituzione e la Salute per ritrovare l’uomo”.

Il presidente del Consiglio Regionale, Antonio Mazzeo, ha dichiarato che dedicare la Festa della Toscana alla libertà di espressione è “un modo per spiegare, soprattutto ai più giovani, che vogliamo continuare a stare dalla parte giusta della storia ma soprattutto per far in modo che le nuove generazioni possano prendere il testimone dei valori che la Toscana incarna”.

Mazzeo dovrebbe anche spiegare ai giovani perché spesso le istituzioni che si dichiarano “democratiche” riescono ad aggirare certi valori fondamentali, come appunto la “libertà di espressione”, con la scusante politica che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. #FestaDellaToscana