Con l’approvazione da parte dell’EMA della vaccinazione COVID per i bambini, aumenta la propaganda per indurre i genitori a vaccinare i propri figli. Niente di meglio che esagerare la gravità e le pericolosità della malattia. Serviranno strategia pubblicitarie efficaci, dal momento che, secondo  il sondaggio di Euromedia Research illustrato da Alessandra Ghisleri su La Stampa emerge un’Italia non favorevole alle inoculazioni per la fascia che va dai 5 agli 11 anni.

“Più delicata appare la vicenda legata al vaccino ai minori tra i 5 e gli 11 anni. Qui tra i vaccinati uno su due si dichiara favorevole, mentre su tutta la popolazione si registra il 44,3% di favorevoli”.

Nella fascia di età 6-11, secondo l’ultimo bollettino dell’ISS, si sono verificati 241.739 casi di contagio su una popolazione di 3.194.351 bambini. I dati ufficiali confermano che non c’è alcuna emergenza tra i più piccoli che, quando si ammalano, sviluppano una malattia lieve o asintomatica.

Sono stati ricoverati in ospedale in 1.301, pari allo 0,0440%, in terapia intensiva 58, pari allo 0,0026%, sono deceduti in 8, pari allo 0,0003%.

Non sappiamo se questi bambini fossero affetti da patologie concomitanti ed avessero fattori di rischio per sviluppare una forma grave di COVID.

Ogni vita è preziosa e ogni decesso è una tragedia, ma non nascondiamoci: la mortalità da COVID in questa età è insignificante rispetto a quella provocata ad esempio da tumori o da incidenti. Non troviamo riscontro di iniziative delle solerti associazioni di pediatri per ridurre la mortalità pediatrica con interventi di prevenzione primaria.

I genitori hanno sotto gli occhi la realtà, gli esperti in marketing si daranno da fare per cambiarla.