AsSIS partecipa oggi alla conferenza stampa organizzata da Children’s Health Defense Europe con Robert F. Kennedy, Jr, Catherine Austin Fitts, and Senta Depuydt. Il nostro vicepresidente, dottor Sergio Segantini, avrà poi un incontro riservato con loro.
Sarà l’occasione per rilanciare la richiesta di moratoria per la vaccinazione antiCovid-19 di bambini e adolescenti presentata a luglio e che ha ricevuto migliaia di adesioni, sia da parte di sanitari che da cittadini di ogni categoria.
Queste le motivazioni:
- In Italia i minori di 18 anni hanno una probabilità di contagiarsi più bassa rispetto alla popolazione generale.
- Quando si infettano con il SARS-CoV-2 presentano in genere manifestazioni lievi o sono asintomatici.
- I rischi di ricovero in ospedale sono molto ridotti, quelli di morte minimi (meno di 1 su 400.000 soggetti in età pediatrica) e riguardano di regola bambini con altre patologie.
- La sindrome infiammatoria multisistemica correlata a COVID-19 (MIS-C) ha un’incidenza modesta (3,16 su 10.000 bambini infettati con Sars-CoV-2 negli USA, dove colpisce soprattutto bambini neri, ispanici e asiatici) e non è chiarito se le vaccinazioni la evitino.
- Con la vaccinazione, bambini e adolescenti sarebbero esposti a rischi di reazioni ed eventi avversi frequenti e anche severi
- immediati e noti, come reazioni avverse nella prima settimana: ad es. 1,5% di dolore locale grave [severe, disabilitante] nella fascia 12-15 anni, 3,4% nella fascia 16-21, come risulta dallo studio pubblicato sul NEJM (pag. 5)
- come pure a 1 evento avverso grave nello 0,6% (pag. 6), cioè 1 ogni 167 vaccinati da 12 a 15 anni, e nell’1,7%, cioè 1 ogni 59 vaccinati da 16 a 25 anni)
- e a possibili eventi avversi a medio e lungo termine ancora non emersi, come è stato per i 1.300 casi di narcolessia in bambini e adolescenti in Europa causati dal vaccino contro l’influenza suina Pandemrix.
- L’OMS afferma che vaccinare i bambini non è una priorità e che il rientro a scuola deve avvenire a prescindere dalla vaccinazione.
- La suscettibilità all’infezione nei ragazzi sotto i 20 anni è circa la metà rispetto a chi ha più di 20 anni. I bambini non sono determinanti nella diffusione del virus. Non è affatto scontato che vaccinandoli migliori l’immunità di gregge. Vaccini che contrastano l’infezione meno della gravità della malattia possono favorire varianti più virulente: meglio non usarli con chi non ha chiari guadagni diretti vaccinandosi.
- Se anziani e soggetti fragili sono immunizzati, i rischi di trasmissione derivanti dalla mancata vaccinazione dei bambini sono ridotti al minimo.
- Questi vaccini riducono ma non interrompono la trasmissione del virus ad altri, sono meno efficaci su alcune varianti già emerse, non è nota l’entità né la durata della protezione.
- Se il contagio da Sars-CoV-2 avviene da bambini, si svilupperà un’infezione quasi sempre lieve o asintomatica, e l’immunità naturale sembra persistere a lungo. Se l’infezione avviene in età più avanzate via via aumentano le possibilità di un decorso più grave, insieme a possibili effetti indesiderati anche a livello di comunità.
I firmatari dichiarano di non avere conflitti di interessi, e chiedono a coloro che aprissero un auspicato confronto scientifico di effettuare a loro volta una dichiarazione in merito.
- Eugenio Serravalle, Medico specialista in Pediatria preventiva, Puericultura Patologia Neonatale, Presidente Associazione Studi e Informazione sulla Salute – Pisa
- Alberto Donzelli, Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, già Direttore Servizio Educazione Appropriatezza ed EBM ex ASL Milano – Consiglio Direttivo e Comitato Scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute