di Eugenio Serravalle e Roberto Volpi
MA BASTA, BASTA. NON NE POSSIAMO PIÙ. CHE SI DECIDANO. SI TOLGA, PER CARITÀ, LA GESTIONE DELL’EPIDEMIA AI VIROLOGI!
Mai vista una comunità più litigiosa, inconcludente, spocchiosa. Hanno detto, continuano a dire, tutto e il contrario di tutto. Mai d’accordo tra di loro su alcunché. Non sanno neppure leggere i dati, altrimenti avrebbero capito da quel dì che il lockdown è servito solo ad aumentare il livello di letalità del coronavirus, che non a caso è di gran lunga superiore che in ogni altra parte del mondo in Belgio, United Kingdom, Francia, Italia e Spagna: ovvero in tutti quei paesi che hanno adottato una quarantena alla cinese.
Ora si accapigliano un giorno sì e l’altro pure attorno a due questioni.
La prima: la carica virale del Sars-CoV-2 o come si chiama. È o no in discesa in Italia? Si sta o no esaurendo? Ma, scusate, non è questo un dato oggettivo che si può accertare, misurare, registrare? E, se non è così, allora di che parliamo da mesi, di cosa abbiamo strologato finora, di noccioline?
La seconda: i morti da coronavirus di quest’ultimo mese più o meno sono ancora morti da coronavirus o non piuttosto morti di tutt’altro ma attribuiti al coronavirus solo perché risultati ad esso positivi? E, ancora una volta, non siamo forse di fronte a una questione che, volendo, si risolve in un amen? Per intenderci: si pigliano le, che so, 1.000 schede di morte relative ai morti dell’ultimo mese e si analizzano bene una ad una come si fa normalmente quando si debbono classificare le morti secondo le cause di morte.
Che si aspetta? Che fa l’Istituto Superiore di Sanità, a parte spingere sempre per la visione più carognesca e drammatizzante dell’epidemia, dorme? E l’Istat, che pure con l’ISS ha appena accertato (risultato opinabile per com’è stato ottenuto) che l’89% delle morti imputate al Sars-CoV-2 sono davvero da mettersi nel conto al coronavirus, che aspetta a fiondarsi con la sua competenza da tutti riconosciuta per dirimere la questione?
Questo incredibile palleggiarsi le questioni senza mai arrivare a un punto definito pur, attenzione, potendoci benissimo arrivare, non è più accettabile.
Roba da appellarsi a Mattarella. Ed eccoci allora a una conclusione che farà la delizia di tutti i complottisti e negazionisti di questo mondo ma che, ahimè, si tira pressoché da sola di fronte al desolante spettacolo della virologia quantomeno italiana, non è che non possono, è che non vogliono, non vogliono dissipare i dubbi, fare chiarezza, mettere le cose su un piano oggettivo cosicché si possa davvero dire e giudicare come stanno. Non vogliono. Ci marciano, santiddio. E noi da questo sito, da questo giornale li sfidiamo a dirci che non si può calcolare oggettivamente, scientificamente a che punto è la carica virale attuale del Sars-CoV-2 o che i morti dell’ultimo mese non possono essere attribuiti alla loro causa precisa, come si fa sempre.
Basta, dunque, togliete per carità ai virologi la responsabilità della conduzione del contrasto dell’epidemia. Fanno danni.
Presidente Mattarella, intervenga affinché organi ufficiali che possono e debbono informare su come stanno effettivamente le cose dicano ai cittadini, agli italiani, sulla base di elementi oggettivi che possono essere raccolti e analizzati se solo lo si vuole, a che punto è l’epidemia. Ma meglio sarebbe dire, sulla scia di un famoso romanzo di Fruttero & Lucentini del lontano 1979, e vista l’oscurità in cui ci tengono, a che punto è la notte.