L’immunità di gregge “è irraggiungibile” – ammette anche un noto immunologo- e suggerisce di “puntare a un’immunità di famiglia, soprattutto in vista del Natale“.
Uno studio recentemente pubblicato smentisce il Professore.
Sono stati esaminati i contatti domestici e non domestici, di età pari o superiore a 5 anni, di soggetti infettati da SARS-CoV-2 in una popolazione del West London e Bolton, dove era alta l’incidenza della variante delta.
Il tasso di infezione secondaria tra i contatti familiari di soggetti positivi completamente vaccinati era simile a quello registrato tra i contatti familiari esposti a soggetti non vaccinati (25% [95% CI 15-35] per vaccinati vs 23% [15-31] per non vaccinati).
L’analisi genomica e virologica effettuata su alcuni casi tra i soggetti completamente vaccinati e i loro familiari ha dimostrato la correlazione epidemiologica ed ha permesso di escludere la possibilità di fonti di contagio extra familiari.
L’efficacia del vaccino nel prevenire l’infezione (indipendentemente dai sintomi) con variante delta nell’ambiente domestico è stata del 34% (con un intervallo di confidenza del 95% da –15 a 60, quindi non significativo).
L’entità della carica virale non differisce a seconda dello stato di vaccinazione, aumenta leggermente con l’età (0,39 [IC 95% da -0,03 a 0,79], e decade in modo leggermente più veloce nei vaccinati.
Gli individui completamente vaccinati con infezioni da variante delta hanno una carica virale di entità simile a quella dei non vaccinati e possono trasmettere efficacemente l’infezione in ambienti domestici, compresi i contatti completamente vaccinati.
“La vaccinazione riduce il rischio di infezione della variante delta e accelera la clearance virale’ – concludono gli Autori. affermando: “Sebbene i vaccini rimangano altamente efficaci nel prevenire malattie gravi e decessi per COVID-19, i nostri risultati suggeriscono che la vaccinazione non è sufficiente per prevenire la trasmissione della variante delta in ambienti domestici con esposizioni prolungate”.