Comunicato Psi – Oltre 900 psicologi e psichiatri italiani (ri)scrivono al Governo

È passato un anno dal primo invio con oltre 750 firme, e torna oggi a far presente al Governo italiano con oltre 900 firme (1) gli effetti di alcuni aspetti della gestione dell’emergenza sanitaria. Parliamo del Comunicato di allarme di psicologi e psichiatri, chiamato anche Comunicato Psi.

Le difficoltà sul lato della salute mentale che ha afflitto e affligge ancora oggi la popolazione sono numerosissime, e ciò che sconcerta è la totale assenza di attenzione ai campanelli di allarme in merito, precondizioni per lo sviluppo di disagi esacerbati e di sempre maggiore gravità. Sappiamo infatti che quando un problema sul lato individuale, familiare o sociale non viene preso in considerazione, non si può sperare che venga guarito dal mero passare del tempo; è anzi vero il contrario: l’ombra che non si vuole guardare diventerà più minacciosa, insidiosa e difficile da estirpare.
Il Comunicato Psi è il frutto di osservazioni, dibattiti, esperienze e studi di psicologi, psicoterapeuti e medici psichiatri preoccupati delle conseguenze negative di alcune misure adottate per affrontare e contrastare la diffusione del Covid-19, che ormai non si limitano più al solo periodo attuale ma che minacciano una diffusione e un’esasperazione del disagio nel tempo.
A quasi 12 mesi dall’invio all’allora Governo Conte dello stesso Comunicato – e precisamente il 23 Giugno 2020 – si può constatare che il documento si sia rivelato un’attenta e lucida previsione di quanto aveva messo in luce già allora, come evidenziato dai fatti e dall’abbondante letteratura scientifica pubblicata successivamente (2).
Il fine di noi professionisti della salute mentale aderenti è perfettamente coerente con il nostro lavoro e ricerche, ovvero quello di promuovere, tutelare e proteggere il benessere psico-fisico individuale e sociale. Speravamo di offrire un servizio al nostro Governo mettendo in luce ciò che rappresentano gli elementi di base di salutogenesi psico-fisica dell’individuo, ma ad oggi non è pervenuta alcuna risposta in merito da parte dei decisori. Ad aver reagito positivamente e attivamente è invece stata la popolazione, che ha trovato nel Comunicato Psi una utile chiave di lettura e narrazione di quanto stava e sta avvenendo, insieme alle risorse offerte per farvi fronte (2). Dalla sua pubblicazione il Comunicato Psi ha ricevuto centinaia di migliaia di visite sul sito che lo rappresenta ufficialmente – https://comunicatopsi.org – e migliaia di download, sia nella sua versione italiana che nella versione tradotta in inglese. Non solo: ha trovato consenso a livello internazionale da comunità di medici e colleghi di tutto il mondo, rappresentando di fatto una sintesi di pericoli prevedibili e prevenibili sul lato della salute mentale delle persone.
I punti che sono stati toccati dal Comunicato Psi sono tre, e tutti si sono rivelati essere corrette previsioni di quanto si è e si sta sviluppando con drammatica velocità.

I danni psicologici conseguenti al confinamento e alla sua gestione

La prima sollecitazione a creare il Comunicato Psi è stata rappresentata dalle gravi condizioni psicologiche che la natura e la gestione del confinamento ha comportato nelle diverse fasce della popolazione. Le più evidenti:

  • Isolamento
    I repentini cambiamenti nello stile di vita e nella limitazione della libertà personale, ha decretato l’avvio di una serie di dinamiche ben conosciute dalla letteratura medica e psicologica al riguardo. In particolare l’isolamento è da sempre associato a conseguenze sul piano psichico e somatico che comportano una caduta sulle possibilità di resilienza (fino a disturbi di tipo funzionale) e di corretto funzionamento del sistema immunitario. Siamo esseri viventi con una natura intrinsecamente relazionale, indispensabile per un vivere salubre.
  • Sintomi depressivi
    Molteplici survey ed osservatori clinici hanno rilevato un aumento dei sintomi depressivi nella popolazione, anche nelle fasce dei giovani e dei giovanissimi, che variano da un umore depresso difficilmente contenibile alla perdita di motivazione, dal senso di affaticamento fisico e cognitivo a sentimenti di autosvalutazione, fino a condotte autolesionistiche e suicidarie.
  • Violenza e aggressività
    La limitazione della libertà, la paura e la preoccupazione per il futuro hanno dato l’avvio a risposte disforiche con aumentata propensione al danneggiamento di altri e di se stessi. La violenza domestica è aumentata, così come episodi di aggressione verbale e fisica tra individui familiari o non familiari. La sospettosità paranoide nei confronti degli altri, come “portatori di malattie” e untori, è ormai l’oggetto principale della disgregazione della comunità.
  • Senso di incoerenza
    La percezione di sempre più marcate contraddizioni nelle comunicazioni ufficiali da una parte, e una esplicita forma di censura di altri punti di vista autorevoli, ma non riconosciuti dal mainstream, dall’altra (debunking scientisti, gogne pubbliche, lesioni alla libertà di espressione), è stato ed è tuttora un fattore predittivo dell’alterazione della salute.
  • Controllo individuale e sociale
    La progressiva concretizzazione di scenari orwelliani, obblighi e restrizioni, giustificati da una necessaria urgenza per la protezione della salute fisica, sono proporzionali ad un aggravamento della salute psichica e un impoverimento della cultura. Tale aspetto appare inspiegabilmente come una preoccupazione minoritaria o addirittura non degna di nota. In altre parole emerge in modo sorprendente un’ossessiva attenzione a proteggere l’aspetto quantitativo dell’esistenza umana a discapito dell’aspetto qualitativo.
  • Overdose tecnologica
    Per quanto la tecnologia possa offrire indubbie comodità in vari ambiti del quotidiano e rivelarsi per qualcuno un’utile soluzione richiesta dalla situazione emergenziale, è pericoloso cavalcare il periodo contingente per un suo potenziamento indiscriminato. L’evoluzione tecnologica non può essere associata all’evoluzione dell’individuo e della società; in diversi casi può compromettere infatti le normali capacità cognitive e la regolazione emotiva. La tendenza attuale è di porre l’uomo al servizio della tecnologia, non viceversa. Non tutto ciò che può essere fatto, deve per forza essere fatto.
  • Sviluppo e crescita dei minori compromessi Allarma il drammatico e brutale accantonamento delle pratiche a tutela dello sviluppo dei bambini. Scelte e strutturazioni di percorsi validate nel corso di anni ed anni di ricerca psicopedagogica, vengono dismessi e sostituiti da sconfortanti soluzioni posticce, sotto l’egida di comunicati “scientifici” o da idee di rientro nelle scuole inaccettabili che fomentano la paura e l’insicurezza in se stessi e negli altri. Sentimenti diametralmente opposti a quanto necessario per l’apprendimento e l’esplorazione.

A tali tematiche il documento aggiunge i pericoli di una comunicazione contraddittoria e fondata sulla paura.

Riguardo alla comunicazione ufficiale sui mezzi di maggiore diffusione – come televisione, testate giornalistiche, radio e social network – si sono evidenziati elementi macroscopici che hanno condotto la popolazione a maturare uno stato di ansia generalizzata e terrore, con le conseguenze – unite alla preoccupazione rispetto al proprio lavoro o alla perdita di esso e ad altri fattori di disagio personale, familiare e sociale.
Particolarmente dannosi sono stati i seguenti punti:

  1. Enfasi sui valori assoluti e numeri aumentati sui giornali, senza contestualizzazione e senza dimostrazione della loro veridicità, specie riguardo al numero di contagi e morti attribuibili al virus ma non comprovati come tali.
  2. Comunicazione allarmante e con dati pilota non sempre attendibili, senza alcuna sensibilità sul versante psicologico, da parte di medici e virologi, presenti nei salotti televisivi e poco propensi a sottolineare le incertezze scientifiche in merito alle loro affermazioni.
  3. La comunicazione non è stata sobria né chiara, veicolando un’idea di scienza dogmatica e riduzionista, ben lontana dalla complessità degli elementi in gioco.
  4. Il metodo di ricerca scientifico presentato è un decadente scientismo, attraverso il quale viene imposta all’opinione pubblica la mitologica idea di scienza in grado di offrire soluzioni matematiche e risposte a tutto, piuttosto che riconoscerne con onestà intellettuale i reali limiti e le incertezze.
  5. La comunicazione ufficiale non ha responsabilizzato i cittadini ma ha utilizzato come mezzo di controllo comportamentale la paura (contagi, sanzioni, minacce di prolungamento del periodo di emergenza, passaporti sanitari).

I danni si sono evidenziati in modo pandemico e si evidenzieranno ulteriormente a breve e a lungo periodo. L’ansia generalizzata, infatti, produce effetti sul versante psicologico e comportamentale che si sono evoluti in disturbi post traumatici da stress o sintomi depressivi, burn-out, disturbi ossessivo compulsivi, disturbi antisociali, come sopra esposto, unitamente a problemi alimentari, disturbi del sonno, problemi psichiatrici. Tutto questo, sommato alla preoccupazione per il futuro, può sviluppare ulteriori effetti non prevedibili