Molti si chiedono i motivi per cui la pandemia sia scomparsa dalla Cina mentre noi siamo nel pieno della seconda ondata. Possiamo comprenderlo leggendo lo studio, pubblicato su Nature, che riferisce i risultati di un’indagine effettuata a Wuhan nelle ultime settimane del maggio 2020.
Tutti i residenti della città dai 6 anni in su sono stati sottoposti a tampone per identificare i portatori del SARS-CoV-2. Non è stato individuato alcun caso sintomatico tra i 9.899.828 soggetti esaminati, ma sono stati rilevati 300 asintomatici; da notare che, sui 1.174 contatti stretti di tali casi asintomatici, nessuno ha avuto test positivo. Solo 107 dei 34.424 ammalati precedentemente di COVID-19 sono risultati nuovamente positivi (tasso dello 0,31%, IC 95% 0,423-0,574%).
Questo screening di massa della popolazione ha fornito preziose informazioni. Innanzitutto, ha dimostrato l’assenza di contagiosità delle persone positive asintomatiche, che non hanno trasmesso il virus ai contatti stretti, smentendo studi precedenti che sostenevano la contagiosità degli asintomatici (Gandhi, M., Yokoe, D. S. & Havlir, D. V. Asymptomatic transmission, the Achilles’ heel of current strategies to control Covid-19. N. Engl. J. Med. 382, 2158–2160 (2020)) e la possibilità che divenissero in un secondo momento sintomatici (He, D. et al. The relative transmissibility of asymptomatic COVID-19 infections among close contacts. Int. J. Infect. Dis. 94, 145–147 (2020)).
A differenza dei soggetti sintomatici, gli asintomatici generalmente hanno una bassa carica virale e una breve durata del periodo di diffusione dei virus, il che riduce il rischio di trasmissione di SARS-CoV-2 (Arons, M. M. et al. Presymptomatic SARS-CoV-2 infections and transmission in a skilled nursing facility. N. Engl. J. Med. 382, 2081–2090 (2020)). Non sono stati trovati SARS-CoV-2 vitali nei campioni dei positivi asintomatici.
Lo studio che abbiamo sintetizzato è una conferma autorevole del fatto che essere positivo al tampone, quindi contagiato, non è sinonimo di essere malato.
Anche i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno affermato, il 13 luglio 2020, che:
- la rilevazione dell’RNA virale potrebbe non indicare la presenza di virus infettivi,
- il tampone con PCR non deve essere usato per il monitoraggio del trattamento dell’infezione da COVID-19
- il test non può escludere malattie causate da altri patogeni virali o rilevare particelle virali inattive che non rappresentano alcun rischio per il paziente e gli altri.
Ampie analisi di popolazione sono determinanti per tornare ad una normalità sociale, per allontanare la paura e evitare nuove ondate della pandemia, proprio come avvenuto in Cina.
Nello studio cinese esaminato, è stato utilizzato il test RT-PCR.