Guyana e Israele, due testimonianze diverse ma concordi sui limiti della campagna di vaccinazione di massa, preoccupano e squarciano ogni certezza annunciata… O almeno dovrebbero farlo. 

Riassumiamo il resoconto di un focolaio da variante gamma di SARS-CoV-2 tra i dipendenti di una miniera d’oro della Guyana francese

“con un indice sorprendentemente alto tra le persone completamente vaccinate con il vaccino BNT162b2. La nostra osservazione ha suggerito che il vaccino proteggeva da forme gravi di COVID-19. Tuttavia, questo focolaio inaspettato in una popolazione vaccinata piccola e isolata richiede ulteriori studi reali sull’efficacia del vaccino BNT162b2 contro la variante Gamma”.

Dei 44 minatori in totale, si sono ammalati in 24, 15 dei 25 che avevano completato il ciclo vaccinale con 2 dosi, 6 dei 15 parzialmente vaccinati o con una infezione precedente di COVID-19 e 3 dei 4 che non erano vaccinati né erano stati contagiati in precedenza.
La variante Gamma, predominante nella Guyana francese, dal luglio 2021 ha causato una terza ondata epidemica. Non era prevista un’efficacia del vaccino così ridotta contro l’infezione da variante Gamma perché studi in vitro avevano dimostrato una riduzione simile dell’attività di neutralizzazione per le varianti Beta o Gamma da parte degli anticorpi suscitati da BNT162b2 e una risposta conservata delle cellule T CD4+ contro le proteine ​​spike.

Dato il tasso di infezioni in vaccinati sorprendentemente alto gli Autori hanno ipotizzato disfunzioni nella conservazione o somministrazione dei vaccini, ma l’assenza di interruzione della catena del freddo e l’uso di lotti diversi di vaccini permettono di rigettare questa ipotesi. I contagi si sono verificati in una piccola comunità isolata ed i tracciamenti sono stati attenti. Il basso numero di cicli di amplificazione (C.t) alla PCR per SARS-CoV-2 nonostante la precedente vaccinazione suggerisce che anche un ciclo di vaccinazione completo con il vaccino BNT162b2 non fosse sufficiente per prevenire l’infezione sintomatica da SARS-CoV-2 e la sua trasmissione in questo contesto di vita comune senza DPI. Anche le condizioni di lavoro dei minatori (calore, umidità, aerosol), la condivisione degli spazi e degli strumenti di lavoro potrebbero aver contribuito alla trasmissione del virus. L’assenza di COVID-19 grave in una popolazione ad alto rischio suggerisce ma non dimostra protezione contro forme gravi.
Si tratta di uno studio di piccole dimensioni, ma rigoroso e completo nel fornire le prove sul campo della ridotta efficacia del vaccino nei confronti di questa variante.
Ben altri i numeri dell’ampio studio retrospettivo di coorte eseguito in Israele, la prima nazione ad aver avviato una campagna di vaccinazione su larga scala, e ad aver rapidamente raggiunto un alto tasso di popolazione immunizzata, ottenendo un controllo precoce sulla diffusione del virus. Circa 5,2 milioni di israeliani sono stati completamente vaccinati con due dosi del vaccino Pfizer-BioNTech al 26 luglio 2021. Tuttavia, dal giugno 2021, c’è stata una recrudescenza dei casi di SARS-CoV-2, che potrebbe essere almeno in parte attribuita alla diminuzione dei livelli di anticorpi anti-SARS-CoV-2 negli individui vaccinati. 33.993 adulti sono stati sottoposti a test RT-PCR per SARS-CoV-2 due settimane dopo la seconda dose di vaccino, e senza precedente infezione da COVID-19, osservando un rischio significativamente più elevato di infezione da SARS-CoV-2 tra quanti avevano ricevuto la seconda dose di vaccino da 146 giorni. L’aumento è stato significativo per tutti i gruppi di età, e maggiore tra i pazienti di età pari o superiore a 60 anni.
Questo è il primo studio a fornire prove chiare di una diminuzione progressiva della protezione del vaccino contro la COVID-19, e pone con forza un interrogativo sull’utilità e sull’efficacia della vaccinazione di tutta la popolazione, bambini e ragazzi compresi, per uscire dalla pandemia: un vaccino ogni sei mesi.