La vaccinazione anti COVID espone bambini e adolescenti a rischi di reazioni ed eventi avversi frequenti e anche severi. 

Tali rischi possono essere:

  • immediati e noti, come dolore locale grave [severe, disabilitante] nell’1,5% dei ragazzi di 12-15 anni, e addirittura nel 3,4% nella fascia 16-25, come risulta dallo studio pubblicato sul NEJM. Questa percentuale indica che, se si vaccinassero tutti i soggetti italiani di queste età, avremmo rispettivamente 34.000 e 198.600 casi di dolore locale grave tale da impedire la possibilità di adempiere a funzioni o compiti normali.
  • gravi: è stato registrato 1 evento avverso grave nello 0,6% dei ragazzi da 12 a 15 anni vaccinati (pag. 6), cioè 1 ogni 167 vaccinati e 1,7%, cioè 1 ogni 59 nei vaccinati da 16 a 25 anni.
  • possibili eventi avversi a medio e lungo termine ancora non emersi, come successe per i 1.300 casi di narcolessia in bambini e adolescenti in Europa causati dal vaccino contro l’influenza suina Pandemrix.

V-Safe è il sistema statunitense di monitoraggio attivo delle vaccinazioni attraverso comunicazioni che utilizzano uno smartphone. Riportiamo gli eventi avversi segnalati dopo 7 giorni dalla vaccinazione nelle due fasce di età.

La fascia di età 12-15 anni è composta in Italia da 2.272.563 ragazzi, quella 16-25 anni da 5.841.298 giovani. Se proiettiamo queste segnalazioni nella nostra popolazione, potremmo avere questi numeri di reazioni avverse:

Inoltre, 27.000 ragazzi di 12-15 anni e ben 76.000 giovani di 16-25 anni potrebbero avere necessità di cure mediche dopo le due dosi di vaccino. Richiederebbero infine, assistenza medica in emergenza o ospedale dopo le due dosi 24.300 ragazzi da 12 a 15 anni.