Recentemente la stampa ha pubblicato la notizia secondo cui la Pfizer ha dichiarato di non disporre di dati riguardanti rischi e benefici del vaccino anti sars-cov2 in gravidanza. Infatti lo studio che era stato predisposto è stato interrotto (per carenza di volontarie) con l’approvazione di FDA e di EMA .

In altre parole FDA ed EMA hanno raccomandato la somministrazione dell vaccino alle gravide senza possedere nessun dato sulla sicurezza e i possibili effetti avversi sulle donne e sul feto. Inoltre i pochi dati ottenuti da studi sui topi sembravano mostrare un aumento significativo dell’incidenza di aborto.

Sappiamo che, storicamente, un vaccino è soggetto a trials clinici che durano mediamente dieci anni prima di essere autorizzato per la somministrazione alla popolazione generale; basti ricordare che il vaccino per l’influenza è stato testato per quasi 60 anni prima di essere autorizzato, nel 1997, per l’utilizzo durante la gravidanza.

A fronte di questa assoluta mancanza di dati sulla sicurezza, abbiamo ora, invece, sempre più dati sugli effetti avversi manifestatisi successivamente alla vaccinazione. Ciò non significa automaticamente che tali eventi siano causati dai vaccini stessi, però la mole dei dati impone profonde riflessioni sulle future politiche vaccinali.

E’ stato pubblicato recentemente uno studio sull’impatto di questa vaccinazione sulla donna in età riproduttiva. In particolare lo studio ha valutato le percentuali di eventi avversi post vaccino, focalizzandosi sulla gravidanza e la funzione mestruale.

Sono stati utilizzati i dati raccolti dal VAERS (programma statunitense per la sicurezza dei vaccini) che è gestito dal CDC e da FDA. A tale proposito, Wikipedia afferma categoricamente che il data base del VAERS, durante la pandemia COVID 19, è stato ampiamente utilizzato per condividere DISINFORMAZIONE riguardo ai vaccini. Il VAERS ha raccolto dati provenienti dagli USA e da altri paesi tramite gli enti di vigilanza inglese (UK Yellowcard System) e dell’Unione Europea (Eudra Vigilance).

Lo studio ha confrontato alcune tipologie di eventi avversi insorti dopo la vaccinazione antinfluenzale con quelli insorti dopo la vaccinazione anti Sars-cov 2, nel periodo dal 1/1/1998 al 30/6/2022. Per fare ciò è stato utilizzato un metodo di normalizzazione statistica che consente di trasformare una variabile per poterla confrontare con altre variabili. L’elenco degli eventi avversi monitorati è il seguente:
Anormalità mestruali
Anomalie cromosomiche fetali
Malformazioni fetali
Aborto
Igroma cistico fetale
Aritmie cardiache fetali
Arresto cardiaco fetale
Anomalie della perfusione vascolare fetale
Anomalie della sorveglianza strumentale del benessere fetale
Trombosi placentare
Scarso liquido amniotico
Morte fetale intrauterine.

Dall’analisi dei dati risulta. in tutte le tipologie sopra descritte, un eccesso di eventi avversi dopo i vaccini anti sars-cov2 rispetto al vaccino antinfluenzale, per un fattore uguale o superiore a 2. Lo stesso CDC afferma che un fattore uguale o maggiore di 2 rappresenta un segnale di allerta relativamente alla sicurezza del vaccino per cui vengono richiesti ulteriori studi prima di rilasciare un’autorizzazione.

Alla luce di tutto ciò prudenza vorrebbe che, in attesa di ulteriori studi sulla sicurezza, venisse attuata una moratoria mondiale sull’uso di tali vaccini in gravidanza e in allattamento e possibilmente anche sulle donne in età fertile, come AsSIS chiede dal 2021.

A riprova i dati raccolti dall’EVA project relativi a donne prive di problematiche riproduttiva riportano, dopo la vaccinazione anti sars-cov2, un 78% di anomalie mestruali, associate ai seguenti disturbi:

  • Affaticamento marcato 43%
  • Gonfiore addominale 37%
  • Irritabilità emozionale29%
  • Tristezza o quadri depressivi 28%
  • Cefalea 28%
  • Tensione e fastidio mammario 28%
  • Difficoltà ad addormentarsi 27%

Sperimentalmente è stato oramai dimostrato che le nanoparticelle lipidiche utilizzate nei vaccini a mRNA si ritrovano nelle ovaie e nei testicoli, e ciò può far temere conseguenze negative sulla fertilità futura delle persone vaccinate.