Il comportamento dei medici e di vari operatori sanitari può essere condizionato pesantemente dall’industria attraverso numerosi sistemi. Pranzi, cene, spese alberghiere, viaggi, iscrizioni a congressi in rinomate località turistiche E soldi, a volte anche tanti…questi sono conflitti d’interessi?

Gli interessi personali degli operatori sanitari (denaro, fama, carriera) si intrecciano con quelli commerciali delle ditte, delle lobby, di politici ed entrano in conflitto con la difesa della salute pubblica e dei cittadini.

La maggior parte degli operatori sanitari ritiene di non essere influenzabile dalle pressioni dell’industria, ma in realtà è stato dimostrato come l’industria abbia un impatto importante sulle decisioni di singoli medici, di gruppi, di Associazioni di ammalati e di cittadini, e persino sulle Istituzioni. Chi ricopre cariche pubbliche dovrebbe essere esente da conflitti d’interessi.

Una recente indagine ha esaminato i rapporti economici tra tele virologi ed industria farmaceutica.

Intendiamoci bene: non c’è niente di illegale nell’accettare finanziamenti o intrattenere rapporti con i produttori di farmaci e vaccini. Basta dichiararli e non incorrere in reati, quali il comparaggio o la corruzione, ma lasciateci esprimere le nostre perplessità sull’eticità di queste condotte soprattutto quando questi medici, attraverso giornali e televisione influenzano l’opinione pubblica, o quando, come membri di organi istituzionali, assumono decisioni di sanità pubblica.

Attraverso i codici di trasparenza (Efpia – Disclosure Code), la cui pubblicazione è diventata obbligatoria dal 2016, abbiamo avuto notizie sui celebri professionisti.

Il professor Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Onco-Ematologia pediatrica e terapia cellulare e genica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, è stato nominato nel febbraio del 201 presidente del Consiglio superiore di sanità e poi, con la pandemia, chiamato a sedere nel Comitato tecnico scientifico, diventandone coordinatore nel marzo del 2021.Tra il 2016 e il 2020 il professore ha ricevuto quasi 24 mila euro dalle case farmaceutiche con sede in Italia, di cui 1.292 euro dalla Pfizer nel 2020.

L’Ospedale Bambino Gesù, dove Locatelli è direttore di dipartimento, dal 2016 al 2020, ha ricevuto da Pfizer 97.742 euro per accordi di sponsorizzazione, donazioni, contributi e consulenze.

Il professor Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, dal 2015 al 2021, ha ricevuto più di 251mila euro dalle case farmaceutiche per attività di consulenza e partecipazioni a congressi.

Il professor Massimo Galli, ex primario del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, noto per aver contratto la Covid-19 nonostante tre dosi di vaccino, nel 2021 ha continuato a collaborare con AbbVie, GSK e Janssen. Da quando è obbligatoria la pubblicazione di questi dati, l’ex primario del Sacco ha intrattenuto rapporti economici con l’industria del farmaco per un totale di quasi 60mila euro.

Anche il professor Fabrizio Pregliasco ha continuato a collaborare come consulente delle case farmaceutiche nel 2021. Addirittura, i compensi sono stati nettamente superiori rispetto agli anni precedenti.

Infine, Roberto Burioni, il virologo con una poltrona fissa sulla tv pubblica in prima serata che, nel tempo libero, si diverte a schernire ragazzine su Twitter, nel 2021, è stato ingaggiato dalla Roche per una collaborazione da 10mila euro. Nel 2018, la Pfizer gli elargì per una consulenza 4.500 euro. La somma totale è di oltre 25.675 euro.

Il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova è stato membro del “Global advisor board and International” di alcune case farmaceutiche, tra queste la Pfizer, come da lui stesso dichiarato nel curriculum aggiornato al 10 marzo 2018 (ne abbiamo parlato qui). Bassetti ha poi rassicurato che non ci sono stati conflitti di interessi perché la sua attività di consulenza riguardava solo “il settore antibiotici”. E’ curioso che il suo ruolo di advisor delle case farmaceutiche sia sparito dal curriculum di Bassetti aggiornato al 18 luglio 2021.

Dal 2015 al 2021, i trasferimenti di valore dalle case farmaceutiche a Matteo Bassetti sfiorano i 400mila euro.

In una recente intervista il professor Bassetti ha ammesso di ambire alla poltrona di Speranza: “Come ho detto a chi ha pensato a me, la mia disponibilità è offrire un aiuto in chiave tecnica. Sono convinto che questo Paese debba andare nella direzione del merito e delle competenze. Io sono a disposizione per quanto riguarda le mie. Se penso al Ministero della Salute? Certo. Credo che storicamente i migliori siano stati dei medici: Elio Guzzanti, Girolamo Sirchia, Umberto Veronesi. Tanto più in questo momento, tra Covid e vaiolo delle scimmie, serve un tecnico. E un infettivologo a maggior ragione”.

Forse, ma senza conflitti d’interessi!