Cari amici di AsSIS, ho l’impressione che anche persone perfettamente inserite nel sistema, non riescano più a nascondere la verità. Per questo abbiamo tradotto l’intervista (https://www.focus.de/gesundheit/coronavirus/virologe-streeck-zieht-corona-bilanz-die-pandemie-hat-gezeigt-wo-die-schwaechen-unseres-heutigen-systems-sind_id_185435522.html) al virologo Hendrik Streeck che fa il punto sulle attuali conoscenze del SARS-CoV-2 sui vaccini sovrastimati, i dati insufficienti, la durezza e l’isteria inutili: la pandemia ha rivelato le molte debolezze del nostro sistema attuale.
È ormai chiaro a tutti che sono stati commessi errori e il professore di Bonn ritiene che sia urgente una rivalutazione pubblica. Non per mettere alla gogna nessuno, ma per trarne insegnamento per il futuro.
  • Professor Streeck, la pandemia è finita?

La risposta semplice è sì.

Una valutazione definitiva può essere fatta solo a posteriori. Il virus continua a cambiare e ci saranno ondate endemiche qua e là in un paese o in un altro. Ma la minaccia globale del SARS-CoV-2 è finita perché la popolazione mondiale ha sviluppato un’ampia immunità.
In alcune aree della Germania, trovo addirittura che abbiamo gestito la crisi peggio di altri Paesi.

  • Dove, ad esempio?

Sebbene la Svezia abbia commesso gravi errori, soprattutto all’inizio, ad esempio per quanto riguarda la protezione della popolazione anziana, alla fine si deve concludere: la Svezia è riuscita a tenere sotto controllo la propria società e a superare insieme la crisi. La questione degli insegnamenti da trarre dalla pandemia è olistica.
Una pandemia non è solo la somma delle sue infezioni, ma una sfida medica, politica e sociale in cui dobbiamo discutere meglio sui risultati e sugli effetti collaterali delle nostre azioni. Da molto più tempo di altri Paesi crediamo di dover – e poter – controllare il virus.

Abbiamo passato troppo poco tempo a pensare a come avremmo imparato pragmaticamente a convivere con il virus. Mancava lo scambio interdisciplinare e l’accettazione di diversi punti di vista. Alcuni di essi non sono stati tollerati affatto o sono stati immediatamente screditati.

  • Per un certo periodo, lei stesso è stato duramente rimproverato per il suo approccio apparentemente troppo disinvolto sul virus.

Ben presto è diventata una questione di bene e di male più che di ricerca della strada giusta. A volte questo ha assunto tratti quasi intolleranti, e ci si è resi conto troppo tardi che il modo giusto di affrontare il SARS-CoV-2 è un processo che riguarda la società nel suo complesso e che va ben oltre gli aspetti virologici. Mancavano le voci di molti esperti, che in definitiva avevano tutti lo stesso obiettivo; è diventato chiaro che nessun scienziato è l’unico padrone della verità e può dare da solo il consiglio giusto. I comitati di esperti devono unire competenze diverse e discutere in modo aperto. Il fatto che ci sia mancata questa apertura è qualcosa su cui dobbiamo ancora lavorare.

  • Chi deve affrontare questo problema?

Scienza, politica, media; anche istituzioni

Una parte della popolazione ora chiede scuse o addirittura commissioni d’inchiesta.

Purtroppo si è accumulato molto rancore e odio. Ma tale rivalutazione è importante per superare in una certa misura la divisione della società. Questo processo può richiedere anni e risorse, ma non deve portare alla gogna dei singoli attori. Abbiamo bisogno di una nuova cultura positiva degli errori per imparare per il futuro.

  • Molte misure vengono giustificate a posteriori dicendo che all’inizio non si sapeva quanto sarebbe stato pericoloso…

… il che è vero. Ogni decisione presa nella prima fase della pandemia si basava sulla premessa che era meglio adottare misure troppo severe che troppo indulgenti. Erano in gioco vite umane. Nella prima fase era certamente consigliabile una cautela preventiva. Era solo necessario adattarsi più rapidamente.

  • Quando avremmo potuto saperlo meglio?

Abbiamo capito il comportamento del virus verso la metà di aprile del 2020.
Da allora era già chiaro, tra l’altro, che la sua diffusione si sarebbe indebolita stagionalmente …

  • Quali sono i principali errori o le mancanze che continua a riscontrare?

Ci sono diverse questioni che devono essere discusse ora, comprese le misure adottate. Fondamentalmente, dobbiamo parlare della nostra comprensione dei dati corretti per la gestione delle pandemie. Dopo tutto, molte decisioni sono state prese sulla base di essi. “Molti” dati non sono sinonimo di dati “corretti”. Ci sono stati pochi studi validi dalla Germania, ma spesso abbiamo fatto ricorso ad altri Paesi come la Gran Bretagna o Israele.

  • La nostra impressione è ingannevole o nel frattempo la fiducia nei vaccini si sta addirittura sgretolando tra gli stessi esperti?

Mettiamola così: non tutte le ipotesi iniziali su ciò che le vaccinazioni possano fare si sono avverate. L’errore di comunicazione, ad esempio, è stata l’affermare che la vaccinazione avrebbe fornito un’immunità maggiore rispetto a una normale infezione. Questo è tecnicamente sbagliato, come sappiamo. Ma anche l’eccellente protezione di una vaccinazione contro l’infezione è stata enfatizzata all’inizio, sebbene i test clinici dei vaccini non siano stati concepiti per questo.

  • I vaccini come quello di Biontech sono stati semplicemente sopravvalutati?

Credo di sì. La speranza e il clamore erano semplicemente enormi: questi vaccini a mRNA avrebbero annunciato la fine della pandemia.

  • Per essere più specifici: cosa possono fare e cosa non possono fare gli attuali vaccini?

I vaccini proteggono molto bene da un decorso grave. La protezione contro le infezioni, invece, è garantita solo per alcuni mesi. Anche le persone vaccinate possono continuare a trasmettere il virus.

  • L’aspra disputa sulle vaccinazioni obbligatorie era quindi del tutto inutile?

Sono sempre stato contrario alla vaccinazione obbligatoria. Nel caso di un virus che non può essere eradicato, tale misura non può nemmeno essere discussa. Le discussioni in merito hanno portato a sconvolgimenti e divisioni sociali che continueranno ad avere effetti per molto tempo. Non solo a causa di insulti come la presunta tirannia dei non vaccinati. È apparso subito chiaro che la vaccinazione non serve a proteggere gli altri. 

Le controversie sulla vaccinazione obbligatoria hanno portato a sconvolgimenti sociali.

  • Qual è il problema maggiore: il Long- Covid, cioè il danno organico permanente dopo un’infezione? O il Post Vac: i noti effetti collaterali di una vaccinazione?

Entrambi esistono certamente. Ma la frequenza con cui si manifestano è ancora da verificare. Credo che si debba distinguere tra malattie organiche e mentali, anche se non voglio accusare nessuno di immaginarsi le cose. In alcuni casi, le risposte autoimmuni sembrano avere un ruolo. Tuttavia, la percentuale di persone infette che sviluppano il Long Covid in questa forma è ben al di sotto del dieci per cento. I danni da vaccinazione riconosciuti sono ancora molto limitati in tutta la Germania.

  • Non ci sono nemmeno cifre concrete per questo?

Anche in questo caso è troppo presto per una valutazione significativa. Alcuni eventi avversi sono stati registrati male all’inizio. Anche questo problema può essere ricondotto a una gestione dei dati ancora inadeguata.

 

Si ringrazia per la traduzione Silvia Giglio