I campi elettromagnetici artificiali stanno assumendo un’importanza crescente nel nostro contesto sociale legata all’enorme sviluppo dei sistemi di telecomunicazione diffusi capillarmente sul territorio.

LA FONTE

Gli emittenti presi in esame sono gli impianti radio-TV e per la telefonia mobile, gli elettrodotti per il trasporto e la trasformazione dell’energia elettrica, gli apparati per applicazioni biomedicali, gli impianti per lavorazioni industriali.

Mentre i sistemi di teleradiocomunicazione sono progettati per emettere onde elettromagnetiche, gli impianti di trasporto e gli utilizzatori di energia elettrica, emettono invece nell’ambiente circostante campi elettrici e magnetici in maniera non intenzionale.

LE FREQUENZE

Sulla base della frequenza viene effettuata una distinzione tra:

  • inquinamento elettromagnetico generato da campi a bassa frequenza (fino a 10 kHz), nel quale rientrano i campi generati dagli elettrodotti che emettono campi elettromagnetici a 50 Hz.
  • inquinamento elettromagnetico generato da campi ad alta frequenza (10 kHz – 300 GHz) nel quale rientrano i campi generati dagli impianti radio-TV e di telefonia mobile.

LA LEGGE

A livello ministeriale è stata messa a punto una bozza di decreto legge che prevede l’innalzamento a 24 Volt/metro, o a valori superiori, dei limiti di legge di esposizione ai campi elettromagnetici artificiali, attualmente fissati in Italia a 6 V/m. La svolta è giudicata necessaria ai fini della copertura del territorio con tecnologie di quinta generazione.

La soglia di esposizione fissata una ventina d’anni fa è parecchie volte inferiore a quella applicata nei paesi dell’Unione europea, tra cui Germania, Francia e Spagna, con i quali il nostro paese è in competizione sul mercato globale delle esportazioni.

Si precisa che gli standard di protezione della salute umana variano nel mondo. In Paesi europei, come ad es. la Svizzera (5 V/m), i livelli di esposizione sono di gran lunga più cautelativi.

IMPIANTI E COSTI

Uno studio del Politecnico di Milano, condotto per conto di Asstel, l’Associazione di categoria di Confindustria, stima, che con l’attuale normativa, il 62% degli impianti risulterebbe non espandibile al 5G. Di conseguenza sarebbe necessario reingegnerizzare o delocalizzare 27.900 impianti, con un esborso aggiuntivo di circa 4 miliardi di euro a carico degli Operatori radiomobili.

Chi paga?

LA RETE

E’ essenziale avere una RETE DI MONITORAGGIO nazionale AGGIORNATA per fornire alle Regioni ed agli enti locali dati e informazioni utili per migliorare il processo di localizzazione e controllo degli impianti sorgenti di campi elettromagnetici, al fine di verificare i livelli di impatto elettromagnetico e i potenziali danni sulla popolazione.

Nella nuova legge in gestazione, viene contemplata la rilevazione delle antenne telefoniche spalmata nelle 24 ore. QUESTO CAMBIA L’ATTUALE RILEVAMENTO CHE E’ MOLTO PIU’ FREQUENTE. In questo modo si potranno sottostimare gli effetti delle emissioni durante le ore di maggior traffico.

DANNI DA INQUINAMENTO EM

Siamo ancora ai primordi di una rilevazione adeguata sui rischi alla salute della popolazione. Il valore di 61 V/m preso in esame per una valutazione dei rischi, si riferisce solo agli effetti termici, cioè al riscaldamento dei tessuti, e non considera gli effetti biologici non termici.

Alcuni studi scientifici hanno suggerito che l’esposizione ai campi elettromagnetici generati da questi dispositivi possa avere effetti nocivi per la salute (cancro, riduzione della fertilità, perdita di memoria e cambiamenti negativi nel comportamento e nello sviluppo neuromotorio dei bambini).

Ci sono “nuove” evidenze scientifiche che necessitano di essere prese in considerazione nel momento in cui si vuole rimettere mano alla normativa nazionale sul tema – la legge 36/2001 – che oltre a tutelare la popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, cita per la prima volta il Principio di Precauzione.

Fiorella Belpoggi, Direttrice Scientifica Emerita dell’Istituto Ramazzini, sta approfondendo la tematica con lo studio sugli effetti indesiderati delle EM in particolare sulle cause dei neurinomi del nervo acustico (Schwannomi, che producono acufeni).

Diverse associazioni tra cui Legambiente, Atto Primo, ISDE e parecchie decine tra Comitati e Associazioni, ha avviato una serie di iniziative come l’appello ai Comuni.

Tutti i suoi firmatari chiedono con forza che venga ritirato ogni tentativo di innalzamento dei limiti elettromagnetici.

TAGLIO DI ALBERI E VEGETAZIONE

Si parla della eliminazione di vegetazione che potrebbe ostacolare la conduzione del segnale.

La questione è controversa.

Il Prof. Andrea Grieco, docente di fisica a Milano ed esperto dei problemi legati all’inquinamento elettromagnetico, afferma: “…per questo motivo costituiscono un ostacolo alla propagazione del segnale 5G. In particolare le foglie, con la loro superficie complessiva elevata, attenuano fortemente i segnali nella banda UHF ed EHF, quella della telefonia mobile”.

La legittimità del dubbio viene confermata in quanto in Inghilterra, Irlanda e Scozia sono stati abbattuti decine di migliaia di alberi (anche secolari e apparentemente robusti e sani).

L’ARPA invece rassicura e afferma l’esatto contrario: A proposito delle caratteristiche del sistema 5G e della preoccupazione sull’eventuale necessità di abbattere alberi, si precisa che questa tecnologia non richiede l’eliminazione degli ostacoli tra antenna trasmittente e dispositivo ricevente, perché il 5G funziona efficacemente proprio quando il segnale sfrutta gli ostacoli per arrivare nel punto di interesse dopo una serie di riflessioni contro gli ostacoli stessi, secondo le caratteristiche definite “Spatial Multiplexing e Spatial Diversity”.

LE API

Il drammatico calo del numero delle api determina ricadute enormi sulla impollinazione naturale. Un probabile colpevole è una nuova classe di pesticidi sistemici, che non sono solo spruzzati sulle colture, ma anche usati universalmente sui semi nell’agricoltura convenzionale, e possono confondere e disorientare le api anche a concentrazioni molto basse.

Un altro candidato emergente alla loro estinzione di massa, è rappresentato dalle radiazioni delle stazioni radio base della telefonia mobile.

Parecchi studi stanno ricercando il perché le api lascino gli alveari e non ritornino. Le api sono note per essere estremamente sensibili ai campi magnetici ed elettromagnetici. Ci sono molti motivi per pensare che potrebbero essere utilizzate come indicatori dell’inquinamento elettromagnetico. I danni non riguardano solo le api. Esistono studi che descrivono come il moscerino della frutta e le formiche manifestino segni e disturbi comportamentali se esposte alle radiazioni dei cellulari.

SATURAZIONE SPAZIO ELETTROMAGNETICO

Le Agenzie Ambientali, sottolineano come l’avvento del 5G porti all’attenzione anche un altro problema, quello legato alla “saturazione dello spazio elettromagnetico”.

Le potenze dichiarate da parte dei gestori che per primi arrivano in un’area, POTREBBERO ESSERE ARTEFATTE al fine di “accaparrarsi” più spazio elettromagnetico possibile in vista di una eventuale futura implementazione di nuovi impianti.

IL PROSSIMO FUTURO

Non c’è a tutt’oggi alcuna ragione legata alla normativa che costringa l’Italia ad adeguare i propri limiti di esposizione. La stessa Raccomandazione 1999/519/CE specifica che non esiste alcun obbligo di adeguamento agli standard europei.

In realtà l’Europa non fornisce chiare indicazioni in merito e lascia ai governi le scelte che come vediamo sono molto diverse tra loro e poco convincenti e razionali.

E’ presumibile che il governo italiano legiferi per aumentare il limite e dare “una scossa importante per la competitività del Paese”. Le compagnie telefoniche avranno in questo modo sempre più agio per imporre le loro condizioni e tariffe in una dimensione sempre più acclarata dove si antepongono gli interessi dell’industria alla tutela della salute pubblica.


FONTI:

https://www.agendadigitale.eu/infrastrutture/limiti-elettromagnetici-perche-litalia-e-a-un-punto-di-svolta

https://www.ambientediritto.it/Legislazione/elettrosmog/elettrosmog.htm

https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2001_0036.htm

http://dirittoambiente.net/file/vari_articoli_94.pdf

https://www.epicentro.iss.it/campi-elettromagnetici/#:~:text=Alcuni%20studi%20scientifici%20hanno%20suggerito,e%20nello%20sviluppo%20dei%20bambini

https://www.attoprimo.org/wp-content/uploads/2023/06/ARTICOLO-API-pdf

https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/campi-elettromagnetici/faq-5g/e-necessario-abbattare-gli-alberi-per-installare-le-antenne-5g

https://www.orticaweb.it/e-tutto-vero-gli-alberi-ostacolano-il-5g/