Valutare lo stato di malattia può essere piuttosto semplice, misurare lo stato di salute non lo è affatto.
Hooker e Miller, in un recente lavorolavoro, hanno voluto provarci, prendendo in considerazione lo stato vaccinale dei soggetti esaminati.
Lo studio è stato realizzando confrontando un gruppo di bambini non vaccinati durante il primo anno di vita, un gruppo di bambini parzialmente vaccinati, e un gruppo di vaccinati secondo i calendari ufficiali.
I dati provengono dalle cartelle cliniche di tre pediatri americani che hanno seguito più di 4800 loro pazienti. In particolare, sono state prese in considerazione quattro diverse patologie: ritardo del neuro-sviluppo, asma, otiti e disturbi gastrointestinali.
Si è notato come il numero di vaccini ricevuti e la loro somministrazione entro il primo anno di vita influenzino l’insorgenza di condizioni acute e croniche: una decisa correlazione è stata osservata ad esempio con la diagnosi di asma, di ritardi dello sviluppo e di otiti.
Si è evidenziato che l’associazione tra asma e vaccini sia elevata nei maschi e, nel gruppo di bambini non vaccinati sono rilevati solo tre casi di asma.
E’ stata riscontrata anche una relazione tra vaccini e allergie-atopie (asma compresa) e disturbi dello sviluppo neurologico.
Non si sono evidenziate differenze nella frequenza di disturbi gastrointestinali.
Si è notato anche che all’aumentare delle dosi vaccinali aumentavano le patologie tra i bambini.
Intendiamoci bene: queste non sono e non possono essere conclusioni definitive, sono solo le conclusioni sulla base dell’osservazione delle cartelle cliniche di tre pediatri. Sarebbe interessante però replicarlo coinvolgendo più professionisti, estenderlo ad altre patologie, ampliando il campione per numero e per attendibilità statistica.
Le vaccinazioni non sono prive di rischi, ma è ampiamente sostenuto che le reazioni avverse dei vaccini siano estremamente rare rispetto ai benefici che determinano.
Un ampio studio sulla popolazione pediatrica vaccinata, non vaccinata o parzialmente vaccinata potrebbe fornire conferme e smentire le conclusioni delle osservazioni dei tre pediatri americani. Sempre che a qualcuno interessino ancora le prove scientifiche e una medicina fondata su di esse.