La cultura del cibo contemporaneo… Salsa dieta mediterranea al cibo artificiale.
Il gemellaggio tra industria agro-alimentare e farmaceutica (come le alleanze Monsanto-Bayer e analoghi) sta dando i suoi frutti.
Dopo aver seminato nella popolazione la convinzione che le tecnologie adottate per le profilassi antivirali e le tecnologie messe in atto per le coltivazioni e gli allevamenti intensivi, siano l’unica soluzione possibile, si stanno predisponendo nuovi modelli di consumo.
Lo slogan: “dobbiamo mangiare tutti a prezzi accessibili e sconfiggiamo la fame del mondo”, hanno determinato l’espandersi dei consumi di cibi processati industriali, e dei prodotti di qualità scadente. Ma ora si profila un nuovo salto verso una produzione inedita e avveniristica: quella del cibo artificiale.
Alla logica di dover far fronte ai larghi consumi che ha creato il cibo ultralavorato e gli allevamenti intensivi (nel mondo ogni anno vengono uccisi 50 miliardi di polli), segue ora una nuova idea: investire in soluzioni tecnologiche per trarre profitto dai problemi da esso creati. Geniale. Cosa c’è di meglio se non la “conversione alimentare ecologica” per giustificare tutto questo.
In sostanza il cibo artificiale viene proposto come “green”.
Da chi?
Il sistema invece rimane tradizionale, è quello dei brevetti. Sono già 15 i brevetti per i Burger, ma altre centinaia sono in attesa di essere approvati.
La carne artificiale vien proposta come il cibo del futuro che salverà l’ecosistema.
A fianco dei giganti industriali, “filantropi “ come Bill Gates e Jeff Besos stanno investendo in numerose attività di questo settore. Allenati a finanziare le imprese ai confini estremi della realtà tecnologica, hanno collaborato al recente Food System Summit di New York, dove le multinazionali del cibo hanno elaborato le strategie adatte.
La prima è “garantire l’accesso al cibo sicuro e nutriente per tutti” promuovendo la fortificazione degli alimenti.
Fortificazioni alimentari
La fortificazione alimentare è il processo dove vengono aggiunte sostanze “nutritive” al cibo. E’ in atto da tempo e ha avuto un grosso successo nei decenni passati soprattutto con il latte formulato per neonati proposto dai pediatri di tutto il mondo in sostituzione del latte materno. Ma adesso si va oltre: latte sintetico per neonati proveniente da cellule umane.
Anche l’olio fortificato con vitamina A, il riso fortificato con zinco, sale con iodio e così via, sono alimenti che troviamo da tempo nei supermaket di tutto il mondo.
Il passo verso un cibo artificiale non è poi così lungo: si considera l’alimento in funzione dei suoi componenti chimici dimenticandosi delle origini, e di tutto quello che concerne la sfera biologica. Così proposto il cibo artificiale si propone di essere più raccomandabile rispetto al cibo tradizionale.
Cosa mangeremo?
Le aziende biotech e i giganti dell’agribusiness, stanno affinando le tecnologie per rendere commestibile una gamma di cibi, per lo più proteici, come latticini, carni, uova, il tutto su base sintetica.
Già con gli OGM gran parte del cibo viene proposto come una alternativa da proporre nei vasto mondo dei consumi. Il Golden Rice, inviato dal PAM nei paesi del Sud del mondo, e commercializzato ovunque, viene presentato come un cereale proveniente da culture geneticamente modificate per ottenere livelli di ben carotene che possano rimediare alle carenze di vitamina A.
Dopo il successo planetario degli OGM il passo successivo è quello di associarvi una motivazione etica: non solo si sconfiggerà la fame nel mondo ma anche i vegetariani potranno mangiare la carne senza pensare alla vita degli animali e migliorando l’annoso problema della produzione intensiva di carni.
Il senso del cibo
“Gli animali sono solo la tecnologia che abbiamo usato finora per produrre carne”.
Questa è una visione che da tempo sostiene la finalità di certi allevatori e dell’industria bio-tech. L’animale non è considerato come essere vivente e sensibile, ma come un oggetto inanimato destinato a ogni forma di manipolazione per arrivare a essere un prodotto economicamente appetibile.
I cibi naturali e gli animali, sono quindi assimilati a una forma arcaica e superata di alimentazione e vanno soppiantati da forme tecnologiche più moderne, efficienti e produttive.
E noi che siamo ancora a discutere su come proporre le biodiversità come valore aggiunto.
L’industria della biologia sintetica
L’espansione economica in atto nel settore è inesorabile ed ha raggiunto un valore e di 12 miliardi di dollari negli ultimi anni. Le previsioni sono di arrivare a commercializzare cibo artificiale per 85 miliardi di dollari nel 2030.
Il modello del partenariato pubblico-privato (PPP) in questo settore coagula enormi imprese atte a sostenere progetti di “biofortificazione” per combattere la malnutrizione e l’insicurezza alimentare.
L’obiettivo è quello di arrivare a espandere le monocolture con soluzioni tecnologiche integrative in un solo alimento di più sostanza nutrizionali artificiali. Ovviamente l’obiettivo non è tanto quello di risolvere il problema della malnutrizione, ma di produrre alti profitti per le multinazionali dell’agrobusiness e invadere il mercato del consumo ”green” truffando il consumatore.
In questo momento storico siamo chiamati a difendere i valori umani (e animali) e a promuovere il benessere e la giustizia sociale in modo ancora più deciso; difendere le biodiversità, consumare consapevolmente, mangiare cibi naturali e di stagione, difendere e promuovere le piccole produzioni locali preferendo biologico e biodinamico sono azioni che salveranno noi e il nostro pianeta.