Avremmo tutti preferito fosse una notizia di Lercio, ma purtroppo non è così.

La scuola sorge nel 2022 da un’iniziativa della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia) e Metis (Società Scientifica dei Medici di Medicina Generale) con l’obiettivo di «formare professionisti della medicina generale che siano un punto riferimento per i colleghi in tema di vaccini e per la costruzione di un dialogo sempre più efficace con le istituzioni» , come ha ricordato il segretario generale FIMMG Silvestro Scotti.

La Scuola articola le sue attività attraverso diversi webinar ed incontri in presenza in un lungo percorso ricco di contenuti scientifici e manageriali, che inizia in autunno e termina nella primavera.

Lo ha spiegato la responsabile dell’area Vaccini di Fimmg, Tommasa Maio:Grazie alla Scuola di Vaccinologia in medicina generale diamo il via alla formazione di giovani medici di medicina generale che siano esperti nel management della prevenzione vaccinale, a disposizione delle nostre sezioni per le fasi negoziali ed organizzative. Figure formate in ambito gestionale che potranno essere di supporto alle Aziende sanitarie, alle Regioni, alle Commissioni nell’organizzazione delle campagne vaccinali, mettendo a disposizione l’esperienza della medicina generale in questi ambiti. Tutto questo anche per fare in modo che i medici di famiglia non debbano più affrontare le difficoltà gestionali ed organizzative che esistono da sempre e che hanno reso ancor più critici gli ultimi due anni.”

La FIMMG ricorda che, nonostante le difficoltà del sistema, i medici di medicina generale sono riusciti in piena emergenza Covid a garantire la vaccinazione antinfluenzale a 13,5 milioni di cittadini – secondo i dati del Ministero della Salute della Campagna 2020-2021 – consentendo il raggiungimento delle coperture più alte degli ultimi 16 anni. «Dobbiamo garantire che quegli stessi medici – dice Maio – siano messi nelle condizioni ottimali per organizzare la propria attività e offrire ai propri pazienti quella prevenzione vaccinale personalizzata, accessibile e gratuita prevista dai LEA. Del resto, figure della medicina generale, formate in ambito gestionale, saranno sempre più necessarie affinché possano contribuire, nel dialogo con gli altri attori coinvolti in ambito vaccinale, a comprendere quali siano le difficoltà organizzative per trovare le soluzioni di sintesi dei vari problemi e rendere sempre più efficienti le campagne vaccinali».

Il contributo “non condizionante” di Pfizer

Dopo i corsi che la Pfizer organizzerà nelle scuole contro la “disinformazione”, è sempre la disinteressata Pfizer a finanziare la Scuola Nazionale di Vaccinologia in Medicina Generale anche per l’anno 2023-24, come nell’anno precedente.

La formazione del medico è fondamentale, nel corso degli studi e negli aggiornamenti dopo la laurea.

Non dovrebbero sussistere conflitti d’interesse, ma è prassi normale, e ritenuto eticamente legittimo, organizzare dei corsi in cui gli sponsor siano le industrie del farmaco. Così, è prassi comune che i corsi di formazione dei medici siano sponsorizzati dalle case farmaceutiche, ma, per un soprassalto di morale, si aggiunge la formula: “con il contributo non condizionante di…”: eppure il contributo è per definizione condizionante, altrimenti nessuna azienda sosterrebbe dei costi senza prevedere dei profitti.

Tutti i corsi della Scuola Nazionale di Vaccinologia godono del contributo non condizionante di Pfizer.

L’organizzazione di tali eventi deve fornire, nel modo più trasparente possibile, la fonte di finanziamento; se un interesse secondario (gli utili della ditta farmaceutica) interferisce o potrebbe interferire con l’interesse primario (obiettività, imparzialità, indipendenza della formazione professionale del settore della salute) si alimentano i conflitti d’interesse, anche se in contributo è, o dovrebbe essere, non condizionante.

La domanda sorge quindi spontanea: è giusto organizzare e gestire corsi di formazione medica con soggetti che producono, distribuiscono, commercializzano e pubblicizzano prodotti di interesse sanitario? È sufficiente il divieto della pubblicità di prodotti di interesse sanitario nel materiale didattico dell’evento, nel programma, nei pieghevoli, nella pubblicità dell’evento, nei test di apprendimento o nella scheda della qualità percepita, per affermare che non c’è un conflitto d’interesse?

Oggi il marketing non si fa più con quei mezzi novecenteschi, ma l’informazione scientifica stessa è gestita dalle multinazionali del farmaco che spesso hanno l’obiettivo di medicalizzare ulteriormente la nostra vita, e a incrementare il consumo dei farmaci, anche inventando nuove e fantasiose patologie, trasformando eventi normali della nostra esistenza in malattie da curare con pillole e iniezioni.

Oggi il marketing esercita la sua influenza proprio attraverso tali corsi di aggiornamento, per indottrinare e convincere sulla bontà dei farmaci di un certo tipo che, caso vuole, siano proprio prodotti da quella casa farmaceutica che sponsorizza con contributo “non condizionante”.

Attraverso questi contributi “non condizionanti”, le case farmaceutiche come Pfizer continuano a condizionare l’operato quotidiano dei medici, eludendo tutte le norme contro il conflitto d’interesse. 

Non servono le altre forme di pubblicità inserite nel materiale informatico e audiovisivo, né gli spot promozionali, i link i banner e le forme affini durante lo svolgimento dell’attività formativa. La casa farmaceutica può giostrare a suo piacimento l’informazione e la ricerca scientifica. 

Siamo sicuri che questa Scuola Nazionale di Vaccinologia sia un bene per la salute pubblica, per la prevenzione  primaria, per la stessa democrazia o forse si va incontro ad una mercificazione ed una commercializzazione del diritto alla salute?