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Pubblichiamo alcune considerazioni sulle strategie più efficaci per opporsi.
A seguito dell’entrata in vigore del D.L. 44 del 01.04.2021, che all’art. 4 introduce l’obbligatorietà della vaccinazione per gli operatori sanitari, molti di questi si stanno rivolgendo ai nostri canali di comunicazione sia per chiedere consigli ed indicazioni, sia per chiedere se vi siano strade per opporsi legalmente a questo obbligo, tanto odioso quanto illogico, sproporzionato e sfornito di basi scientifiche e giuridiche.
In molti si chiedono se i vari percorsi presentati e/o consigliati da associazioni, comitati, gruppi e/o singoli professionisti siano fondati, seri e meritevoli di essere sostenuti o seguiti.
A tali domande si può rispondere solo partendo dall’analisi del decreto-legge e dell’impianto complessivo dell’ordinamento giuridico vigente.
AsSIS e il suo team legale si è posta immediatamente il quesito su come sia possibile individuare percorsi di analisi ed intervento per evidenziare le gravi criticità, le contraddizioni giuridiche e le ferite costituzionali che questa nuova norma introduce nel nostro ordinamento.
A tal proposito è opportuno rammentare che ogni nuova norma che presenti aspetti di dubbia costituzionalità può essere impugnata dal cittadino solo in via incidentale, cioè all’interno di un procedimento avviato di fronte ad un’autorità giurisdizionale, e che non si può rivolgersi direttamente alla Corte Costituzionale; questo in base al presupposto di insindacabilità diretta della legge da parte del potere giudiziario che della stessa è un esecutore.
Questo significa che qualsivoglia atto introduttivo di un procedimento giudiziario dovrà contenere anche l’indicazione dei motivi di dubbia costituzionalità del provvedimento di legge di cui si prospetta l’applicazione; ed è in base a tali motivi che si può chiedere al giudice adito di valutare se questi sono rilevanti e non manifestamente infondati e, di conseguenza, attivare il procedimento davanti alla Corte Costituzionale affinché valuti se quella norma sia aderente e rispettosa del dettato costituzionale o, al contrario, se ne ponga in contrasto.
L’attuale assetto normativo sin qui brevemente riassunto non consente, quindi di promuovere ed avviare cause collettive, basate sull’assunto – pur condivisibile – che sarebbero lesi diritti soggettivi primari, perché non sussiste la sindacabilità giudiziaria del Decreto-Legge e la conseguente competenza del giudice ordinario a compiere una tale operazione.
E parimenti non paiono azionabili interventi diretti di organismi sovranazionali, sia dell’Unione europea che di altri soggetti internazionali.
AsSIS ritiene, pertanto, che la via da percorrere possa essere solo quella dell’impugnazione di ogni singolo provvedimento emesso a carico di ciascun operatore sanitario, facendo valere le caratteristiche specifiche del singolo caso, e che solo in quella sede possa chiedersi al giudice di sollevare la questione di legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale.
Ed è altresì opportuno precisare che ove i provvedimenti di sospensione dalle mansioni lavorative non fossero impugnati dagli interessati nei termini di legge, essi diverrebbero definitivi, con altrettanta definitività del pregiudizio per l’operatore sanitario colpito.
Per i motivi che si sono sin qui esposti, il rischio di un rigetto della causa collettiva, che peraltro potrebbe presupporre anche il formarsi di una giurisprudenza contraria, è da ritenersi troppo alto. Anche in questo ambito, come auspicato da questa associazione che opera per il perseguimento della tutela della salute attraverso l’alleanza terapeutica e la medicina personalizzata, la tutela legale dei cittadini e degli operatori sanitari, o di gruppi di essi, passa attraverso un’attenta valutazione delle situazioni giuridicamente rilevanti, al fine di scegliere la strategia difensiva più opportuna per il riconoscimento dei diritti lesi o degli interessi legittimi coartati.
Il Team Legale di Assis è sempre disponibile a confrontarsi coi propri associati e con altri Colleghi che vogliano apportare il proprio contributo o anche solamente riflettere insieme sulle problematiche giuridiche che il contesto normativo, politico e sociale portano alla nostra attenzione.