L’odio social verso i non-vaccinati

La sua guerra ai non-vaccinati, fatta di visibilità personale, proclami privi di scientificità ma divulgati come uniche verità certe, è stata la parte integrante del suo avallo alle politiche pandemiche. Il tweet, postato dal medico dopo l’introduzione del green pass esteso obbligatorio, recitava: “Propongo una colletta per pagare ai no-vax gli abbonamenti a Netflix per quando, dal 5 agosto, saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci. Il Codacons ha inoltre annunciato di voler presentare un esposto all’Ordine dei medici per chiedere la radiazione del virologo, anche se poi Burioni ha dichiarato fosse un “tweet ironico”.  In realtà ha sempre detto per tutta la crisi sanitaria che i non-vaccinati erano dei veicoli di virus. Il 22 luglio 2021, Mario Draghi affermava testuali parole: “Il Green pass è una misura con i quali i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. (…) L’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, contagi, lui o lei muoiono”. Forte di queste a dichiarazione, a reti unificate si è intensificata la crociata contro i non-vaccinati. Il 22 agosto 2021, su Twitter, Burioni scrive: “Un vaccinato può trasmettere l’infezione. Ma prima deve contagiarsi, e il vaccino lo protegge dal contagio. Quindi chi si vaccina ostacola il diffondersi del virus e rende più sicura la comunità. Chi dice il contrario o è ignorante o in malafede o entrambe le cose”. Il 19 dicembre 2021, a Che Tempo Che Fa, come riporta Adkronos ha affermato: “C’è una bugia che viene raccontata continuamente: i vaccinati si infettano e trasmettono il virus quanto i non vaccinati. Non è vero, non è vero. É come dire che un ubriaco al volante provoca gli stessi incidenti di uno che guida sobrio. E’ vero che un vaccinato può infettarsi e può trasmettere il virus, ma nel complesso i vaccinati si infettano meno e infettano meno gli altri” – aggiunge Burioni – “Il vaccino ostacola la trasmissione, qualcuno dice che non è vero ma fino ad oggi, con la variante Delta visto che la variante Omicron non la conosce nessuno, questa è la situazione. Ovviamente bisogna essere in pari con la vaccinazione, bisogna fare la terza dose quando si deve fare”. Ad oggi non si capisce che dati avesse per dirlo, ma sta di fatto che aveva anche affermato molto contradditoriamente, sul suo blog Medical Fact, che “il vaccino contro il Covid protegge anche chi non lo ha fatto”. Se questo fosse stato vero come mai questo accanimento contro i non-vaccinati se alla fine si ritrovavano protetti? Perché ci sarebbero stati i ri-contagi tra i terza-dosati?

La sua tesi viene ampliamente smentita, a novembre 2021 da un position paper di The Lancet in cui si diceva che è inutile stigmatizzare i non-vaccinati. “Covid-19. Non è giustificato stigmatizzare i non vaccinati” è il titolo della lettera del professor Gunter Kampf pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica, affermando: «Ci sono evidenze crescenti secondo cui i vaccinati continuano ad avere un ruolo rilevante nella trasmissione del virus. È dunque sbagliato e pericoloso parlare di pandemia dei non vaccinati». A dicembre 2022, un position paper pubblicato su Nature afferma che le persone vaccinate contro il Covid-19 hanno espresso atteggiamenti discriminatori nei confronti di individui non-vaccinati a livelli pari o superiori agli atteggiamenti discriminatori diretti verso altri comuni obiettivi di pregiudizio, come le popolazioni immigrate o le persone tossicodipendenti. Gli autori sostenevano come questo comportamento potesse ostacolare la gestione della pandemia e lasciare alcune società più divise di quanto non fossero già prima della pandemia. Questo clima lo dobbiamo anche alle viro-star, tra cui Burioni, che hanno attuato una vera e propria corsa alla disumanizzazione. Il 10 marzo 2023, il virologo continua la sua campagna di odio e, con sarcasmo, ha twittato: “Chiedo scusa ai sorci per averli paragonati a chi ha rifiutato un vaccino sicuro che poteva salvargli la vita”.

Burioni contro i tamponi gratuiti per i non-vaccinati

Burioni si è opposto ai tamponi gratuiti per i non-vaccinati. Con l’introduzione del Green Pass per i vaccinati, i lavoratori non-vaccinati dovevano pagarsi di tasca propria i tampone per accedere al posto di lavoro spendendo 15 euro ogni volta. Burioni ha affermato che, prevedere gratuitamente il tampone per chi non si vaccina, sia un “dilapidare denaro pubblico per assecondare egoismo e ignoranza” e che sarebbe stato “intollerabile” offrire gratuitamente tamponi alle persone. Anche in questo caso non si capisce perché, dal momento che il tampone sarebbe stato un mezzo prioritario di prevenzione primaria e che sarebbe dovuto servire, come mezzo di tracciamento e di contenimento del virus. Sarebbe stato logico e non si vede quale sia il problema, se non piuttosto un problema personale di Burioni. Inoltre i costi per i tamponi per uno Stato sarebbero costati molto meno rispetto al prezzo dei vaccini.

“There’s No Such Thing as a Free Lunch”, cioè “non esistono pranzi gratis”, è il titolo di un libro di Milton Friedman, guru del neoliberismo. L’idea per cui della spesa pubblica non si sottolinea la sua capacità di garantire un diritto in maniera universale ma il fatto che va a pesare sui contribuenti per favorire persone che “non lo meritano” è esattamente uno dei principi chiave della visione del mondo resa popolare da Margaret Thatcher, Ronald Reagan e Augusto Pinochet una quarantina d’anni fa. Non a caso in questi mesi, per giustificare il fatto di non mettere gratuiti i tamponi, si è detto: “Il concetto di libertà finisce ove la mia libertà è dannosa per gli altri” – un concetto smithiano essenzialmente individualista che non c’entra con la tutela della comunità, che invece è basata sull’esser liberi insieme e con il minor tasso di conflittualità possibile.

Non a caso questo è uno dei dispositivi ideologici grazie ai quali sono state smantellate le società a benessere diffuso più avanzate della storia occidentale, convincendo le persone che il welfare non fosse stato ciò che aveva permesso a due generazioni di uscire da fame, miseria e ignoranza, ma un furto ai loro danni da parte di sfaticati delinquenti privilegiati. Dire “non voglio pagare i tamponi a chi non si vuole vaccinare” sembra semplicemente più accettabile di “non voglio pagare le cure a chi non si vuole vaccinare”, ma non per questo meno grave. Nasconde la stessa logica di categorizzazione moralistica delle persone, da dividere in chi si “merita” che soldi dei contribuenti vengano utilizzati a sua tutela e chi no. Lo stesso mondo in cui stanno prendendo piede dei valori inaccettabili fondati sull’esclusione. Ormai è quasi diventato normale sentire per strada la gente dire: “i novax stanno occupando letti a spese di altre patologie e con costi che gravano su tutta la comunità, anche su coloro che con etica, coscienza, senso della comunità e del bene comune, della vita propria e altrui, si sono vaccinati.” Si fa lo stesso ragionamento per le persone che fumano, che si devastano la salute, che espongono gli altri a fumo passivo, che si alcolizzano e che usufruiscono del Servizio Sanitario Nazionale quando hanno problemi di salute correlati? Nel periodo storico in cui si parla di libertà ed autodeterminazione dei corpi, non si può scegliere sul proprio corpo riguardo ad un trattamento sanitario? È normale che, in base a cosa si sceglie, si possono avere conseguenze sulla fruizione del diritto alla salute? Domande che attendono ancora risposte

“Il vaccino è gratis”. Falso

“Il vaccino è gratis. Se lo rifiuti il tampone te lo paghi. Dilapidare denaro pubblico per assecondare l’egoismo e l’ignoranza sarebbe intollerabile.” – queste le parole che Roberto Burioni ha scritto su Twitter contro i non-vaccinati. Forse in molti, come lui, credono che il vaccino anti-Covid sia stato gratis, ma non lo è stato per niente. Secondo il Rapporto People’s Vaccine Alliance di fine luglio 2021, il costo della vaccinazione globale con gli innovativi vaccini a mRNA, sostenuto dall’iniziativa COVAX dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe potuto essere almeno 5 volte più basso, se i colossi farmaceutici non avessero goduto dei monopoli sui brevetti dei vaccini anti-Covid. Questa è la denuncia fatta anche da Oxfam ed Emergency in quanto membri della People’s Vaccine Alliance (PVA), sottolineando che i brevetti privati sui vaccini sono stati la condizione per far pagare ai Paesi ricchi fino a 24 volte il costo stimato di produzione. In soldoni, ancora una volta gli Stati Nazionali sono stati un grande bacino assistenziale per il capitale privato, in questo caso di quello farmaceutico. Su che basi Burioni afferma che il vaccino è gratis? Gratis inteso che lo fornisce il Servizio Sanitario Nazionale? O “gratuito” nel senso che i contribuenti hanno pagato il vaccino 24 volte in più rispetto al costo di produzione, regalando denaro pubblico alle case farmaceutiche che sarebbe servito per altri servizi? Eh sì perché, secondo lo studio, mentre i colossi farmaceutici diventano miliardari, l’Italia fino a luglio 2021 avrebbe speso 4,1 miliardi di euro in più di denaro dei contribuenti solo per i vaccini Pfizer/BioNTech e Moderna. La Ue nel suo complesso ha speso 31 miliardi di euro in più, mentre i pochi Paesi africani li avrebbero pagati quasi 6 volte il costo. Rimanendo sull’Italia, secondo il rapporto della PVA, sarebbero state risorse da investire per rafforzare il sistema sanitario pubblico nazionale, consentendo di allestire oltre 40 mila nuovi posti di terapia intensiva o di assumere oltre 49 mila nuovi medici.