Egregio ministro Speranza,
lei auspica che “tutte le forze politiche assumano l’impegno a riconoscere che nella lotta al Covid il diritto alla salute viene prima di tutto e a mettere sempre al centro le evidenze scientifiche”. Il PD, riprendendo le sue parole, annuncia che “questa è la linea che continueremo a seguire” e invita nei manifesti elettorali a scegliere tra no vax e scienza e vaccini.
Le ho sentito spesso ripetere, in televisione, che la sua azione è stata dettata dalle “evidenze scientifiche”.
Temo che lei, Ministro, abbia scarsa dimestichezza con il metodo scientifico, che conosca poco la medicina fondata sulle prove (EBM, Evidence-based medicine) e che si sia affidato ad esperti che non l’hanno consigliata al meglio, probabilmente perché non privi di conflitti d’interessi, come sarebbe normale quando si assumono ruoli decisionali in sanità pubblica.
Elenco brevemente alcuni fatti che dimostrano quanto il suo operato non si sia fondato sulle “evidenze scientifiche” in questi sciagurati e difficili anni.
- I tassi di incidenza e mortalità da COVID in Italia sono superiori a molti paesi, anche con risorse molto più limitate del nostro; il tasso di infezioni è tra i più alti in Europa.
- Il sistema sanitario da lei diretto è stato impreparato, non disponendo di un piano pandemico aggiornato, e non riuscendo ad applicare quello esistente, ha sottovalutato il pericolo nei primi due mesi, per poi adottare misure schizofreniche.
- E’ stata evidente l’inefficacia del sistema sanitario nazionale, depotenziato, svuotato o smantellato dalla sua e dalle precedenti gestioni, con drammatiche carenze di medici, infermieri, e con infrastrutture obsolete, posti letto insufficienti e strumenti non idonei.
- L’assenza di ricerca di protocolli terapeutici efficaci è stata accompagnata dalla persecuzione di quei medici che hanno curato i pazienti a domicilio con successo; oggi la letteratura scientifica a cui lei dichiara continuamente di rifarsi lo sostiene senza ambiguità.
- I vaccini sono stati l’unica sua arma di contrasto alla pandemia, dimenticando che la Prevenzione primaria ambientale e la Prevenzione comportamentale evidence-based fondate su sani stili di vita (attività fisica, no al fumo, alimentazione salutare, buone relazioni umane…) sono compiti prioritari del ministero che ha diretto.
- Nonostante le prove che la protezione vaccinale dall’infezione, molto buona/buona trascorsi i primi 14 giorni dall’inoculo, declina a distanza di mesi dalla 2a dose, fino ad azzerarsi e persino a invertirsi, nel senso che i soggetti completamente vaccinati diventano addirittura meno protetti dall’infezione rispetto ai non vaccinati, ha insistito per l’obbligo vaccinale a fette sempre più ampie di popolazione.
- Anche quando era evidente l’inefficacia dei vaccini contro le varianti Omicron, per cui la malattia si è diffusa tra i tri-vaccinati, e chiunque si sia potuto rendere conto che i vaccini non impediscono i contagi, ha sostenuto e difeso il green pass, la misura simbolo di una scelta politica antiscientifica.
Ho evitato di appesantire il testo correlandolo di bibliografia perché ritengo che per lei, avvezzo a confrontarsi con la letteratura scientifica, non sia difficile trovare conferme o smentite alle mie parole.
Qualche risposta la forniranno i tribunali, forse già da Bergamo, la cronaca (non scomodiamo la storia) ne fornirà altre, così come ha cancellato il suo protocollo basato su Tachipirina e vigile attesa, prova evidente che le “evidenze scientifiche” hanno direzione contraria al suo pensiero. La invitiamo, non avendo ritenuto opportuno ascoltare voci diverse dai suoi consulenti ricchi di conflitti d’interessi, né di sollecitare un confronto critico tra esperti, ad avere un sussulto di orgoglio, promuovendo, prima di decadere, programmi di sorveglianza attiva che verifichino i rischi legati alla somministrazione dei vaccini. Le scrivo il perché, inserendo stavolta i link per verificare immediatamente.
Il Rapporto AIFA 12 sulla Sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19 rileva sospette reazioni avverse molte centinaia di volte inferiori alla sorveglianza attiva CDC e dei trial registrativi. A fronte di 100 sospette reazioni avverse x 100.000 dosi somministrate segnalate in Italia, il sistema di sorveglianza attiva americano v-safe pubblicato il 28 ottobre ‘21 (Table 6) riporta per i 2 vaccini a mRNA, x 100.000 dosi somministrate:
- 68.600 reazioni locali e 52.700 sistemiche dopo la 1a dose e
- 71.700 reazioni locali e 70.800 sistemiche dopo la 2a dose.
Ne consegue che il Report AIFA riporta una frequenza di segnalazioni x 100.000 dosi più di 1000 volte inferiore a v-safe e addirittura di 4.650 eventi avversi gravi in meno x 100.000 dosi rispetto alla proiezione dei riscontri del RCT registrativo di Moderna. (se avesse piacere di approfondire può leggere QUI)
Accerti la verità, ne ha ancora i mezzi finché siede sulla poltrona di Ministro della Salute; solo così riuscirà finalmente a “mettere al centro le evidenze scientifiche”.
Eugenio Serravalle, presidente AsSIS