Un ampio studio di coorte condotto per un periodo di 6 mesi in cui la variante Omicron era dominante ha fornito importati informazioni sull’efficacia della vaccinazione nei bambini e sugli effetti sul sistema immunitario di chi era stato precedentemente contagiato dal SARS-CoV-2.
Sono stati presi in considerazione 887.193 bambini di età compresa tra 5 e 11 anni nella Carolina del Nord, di cui 273.157 (30,8%) hanno ricevuto almeno una dose di vaccino Pfizer tra il 1° novembre 2021 e il 3 giugno 2022.
Efficacia del vaccino contro l’infezione
Innanzitutto, lo studio ha valutato l’efficacia del vaccino BNT162b2 contro l’infezione: due dosi si sono rivelate efficaci, sebbene l’effetto del vaccino sia diminuito nel tempo (come già analizzato QUI). A un numero simile di giorni dopo la prima dose, l’efficacia era maggiore tra i bambini vaccinati a novembre 2021 rispetto a quelli vaccinati nei mesi successivi, il che indica che la vaccinazione era meno efficace contro la variante omicron rispetto alla variante B.1.617.2 (delta).
Nel grafico A, le linee verde e blu, che rappresentano i bambini vaccinati rispettivamente a novembre e dicembre, indicano che l’efficacia diventa zero e poi negativa entro cinque mesi dalla prima iniezione.
Non è chiaro il motivo per cui la linea verde non è proseguita dopo aprile, poiché i ricercatori presumibilmente avevano i dati, ma sembra evidente che l’efficacia del vaccino continuerà a diminuire, diventando sempre più negativa.
Efficacia del vaccino contro l’infezione in base a presenza di precedente contagio
L’efficacia del vaccino era maggiore tra i bambini precedentemente contagiati rispetto ai bambini mai contagiati. Tra i bambini precedentemente non contagiati, l’efficacia del vaccino ha raggiunto il 63,2% (IC 95%, 61,0-65,2) a 4 settimane dopo la prima dose ed è diminuita al 15,5% (IC 95%, 8,1-22,8) a 16 settimane, per evidenziare valori <0, cioè negativi dopo 18 settimane. Tra i bambini precedentemente contagiati, l’efficacia del vaccino ha raggiunto il 69,6% (95% CI, da 57,4 a 78,3) a 4 settimane dopo la prima dose ed è diminuita al 22,4% (95% CI, da 13,0 a 30,8) a 16 settimane, con e < 0 dalla 20° settimana.
Nel grafico B si può osservare che entrambe le linee, la rossa, che rappresenta i bambini vaccinati precedentemente infettati, e la blu, che rappresenta i vaccinati non precedentemente infettati, indicano che l’efficacia diventa negativa dopo cinque mesi dalla somministrazione. Il fatto che anche i vaccinati con immunità naturale da precedente infezione abbiano efficacia negativa è una sorpresa poiché non ci si aspetterebbe che quelli con un’immunità naturale siano più suscettibili alle infezioni rispetto a quelli che ne sono privi perché mai vaccinati.
Efficacia di precedente infezione contro reinfezione in bambini vaccinati e non vaccinati
I grafici C e D mostrano che potrebbe essere proprio la vaccinazione a facilitare la perdita dell’immunità naturale.
L’efficacia stimata di una precedente infezione da SARS-CoV-2 contro la reinfezione è mostrata in funzione del tempo trascorso dalla precedente infezione, secondo il tipo di variante, tra i bambini non vaccinati (C) e tra i bambini vaccinati (D). La linea blu, che fa riferimento a Delta, nel grafico D (che riguarda i vaccinati precedentemente infetti) mostra che l’efficacia si riduce velocemente e raggiunge lo zero in sette mesi. La linea blu del grafico C, che è anch’essa indice dell’efficacia contro Delta nei soggetti precedentemente infetti e non vaccinati diminuisce molto più lentamente, e dopo otto mesi è ancora superiore al 50%.
Lo studio rileva non solo che i vaccini hanno efficacia negativa dopo alcuni mesi, ma anche che riducono la protezione fornita dall’immunità naturale. I non vaccinati mantengono più a lungo la protezione dall’infezione precedente mentre i vaccinati presentano un’efficacia negativa molto prima, anche se sono stati precedentemente infettati.
Perché l’immunità naturale rimane protettiva per i non vaccinati, mentre nei vaccinati l’efficacia diventa negativa anche se hanno conseguito un’immunità naturale?
Se confermato, i vaccini incidono negativamente sull’immunità naturale di un bambino, rendendolo più vulnerabile alle reinfezioni. Da qui la necessità di continui richiami, semestrali o annuali per un tempo indefinito, con la sostituzione dell’immunità naturale con quella artificiale contro un virus che raramente, e con Omicron ancor meno, determina quadri clinici gravi nei bambini sani.
I rischi di reazioni avverse a medio e lungo termine aumenterebbero invece esponenzialmente con il numero delle inoculazioni.
Fermiamoci, prima che sia troppo tardi!
Sospendiamo le vaccinazioni COVID ai bambini, come in Danimarca, Inghilterra, Norvegia, Svezia.