Ammettiamolo: pochi, tra i non addetti ai lavori, avevano idea di cosa fosse la miocardite; oggi, spesso facendo una gran confusione, si parla tanto di miocardite da vaccino covid, proviamo a fare chiarezza.
La miocardite è una condizione infiammatoria del muscolo cardiaco con decorso clinico variabile; alcuni pazienti non richiedono trattamento, altri presentano una grave insufficienza cardiaca che può richiedere un successivo trapianto di cuore o che può causare il decesso. La malattia insorge spesso dopo una malattia virale, anche se in molti casi non viene identificata alcuna causa. È stato ipotizzato che la vaccinazione contro la COVID possa causare miocardite, come quella contro il vaiolo. Le conferme sono sempre più numerose.
Durante gli studi che hanno condotto all’autorizzazione della vaccinazione per uso emergenziale, non erano stati segnalati casi di questa patologia, ma, con la vaccinazione di massa, a partire da dicembre 2020, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e la Food and Drug Administration degli Stati Uniti hanno iniziato a registrare una serie di eventi avversi di particolare interesse, tra cui miocardite e pericardite, nel Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), un sistema nazionale di segnalazione spontanea (sorveglianza passiva).
Inoltre, rapporti provenienti da altri paesi hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che i vaccini COVID-19 a base di mRNA possano essere associati a miocardite acuta. E’ evidente l’importanza di fornire stime del rischio di miocardite dopo la vaccinazione COVID-19 in base all’età, al sesso e al tipo di vaccino.
Le difficoltà nello stabilire esattamente la frequenza di miocarditi e di pericarditi causate dal vaccino sono numerose e spiegano, almeno in parte, i motivi per cui i tassi sono così differenti da Paese a Paese. Innanzitutto, i numeri dei casi sono ricavati da sistemi di sorveglianza passiva, che sottostimano in quantità significativa l’insorgenza della reazione avversa; altre cause dipendono da come è registrato l’evento che si è verificato (solo miocardite o miocardite/pericardite), le diverse definizioni di caso utilizzate, la completezza nella segnalazione, e il contesto del sistema sanitario (pubblico o privato).
Uno studio descrittivo ha analizzato le segnalazioni di miocardite al sistema di farmacovigilanza americano (VAERS) tra dicembre 2020 e agosto 2021 dopo la somministrazione del vaccino mRNA COVID-19 in individui di età superiore ai 12 anni.
Nel periodo considerato, sono 1991 le miocarditi dopo vaccinazione; 1626 hanno soddisfatto la definizione di caso del CDC per miocardite probabile o confermata e quindi ritenute valide per la casistica. L’82% si è verificato dopo la seconda dose di vaccino, con insorgenza media di 3 giorni dopo la prima dose e di 2 giorni dopo la seconda dose. I maschi rappresentano l’82% dei casi. I dati sugli esiti a lungo termine non sono ancora disponibili. Il CDC ha ora iniziato una sorveglianza attiva di follow-up nei casi probabili e confermati di miocardite segnalati a VAERS dopo la vaccinazione COVID-19 per valutare lo stato di salute, funzionale e gli esiti cardiaci a 3-6 mesi.
La tabella presenta questi dati completi, aiutiamo il lettore specificando che il confronto è tra i dati riportati nel sistema del VAERS e i casi che si sarebbero potuti presentare nelle varie fasce di età in assenza di vaccinazioni. L’eccedenza dovrebbe essere stata provocata dal vaccino.
L’aumento non è da poco:
nei maschi 12-15 anni si sono verificati 70,7 casi per milione di dosi del vaccino BNT162b2 rispetto agli 0,53 attesi;
nei maschi 16-17 anni si sono verificati 105,9 casi per milione di dosi del vaccino BNT162b2 rispetto agli 1,34 attesi;
negli uomini 18-24 anni si sono verificati 52,4 e 56,3 casi per milione di dosi del vaccino BNT162b2 e il vaccino mRNA1273, rispettivamente rispetto agli 1,76 attesi.
Qualcuno potrebbe pensare che la miocardite da vaccino non sia poi un’evenienza così frequente (peraltro è sottostimata dal sistema di sorveglianza passiva) ma sapere che dopo la seconda somministrazione del vaccino BNT162b2 il rischio di sviluppare miocardite nei maschi di 16-17 anni è maggiore di 104,6 volte merita riflessioni, tanto più che il rischio di sviluppare una forma grave di COVID in questa età è estremamente ridotto.
Ricordiamo ancora i dati inglesi che mostrano come per gli uomini di età inferiore ai 40 anni, la 2° e 3°dose del vaccino di Pfizer e la 1° e 2° dose del vaccino di Moderna determinino più casi miocardite rispetto a quelli provocati dall’infezione da SARS-CoV-2.
Tra gli adolescenti maschi, l’incidenza dopo la prima e la seconda dose è stata di 5,57 e 37,32 per 100.000 persone vaccinate, riferisce uno studio tra gli adolescenti di Hong Kong, pari a 1 giovane su 2680 entro due settimane dalla seconda vaccinazione.
In Ontario, è stato stimato un tasso di miocardite/pericardite pari a 299,5 per milione dopo una seconda dose di mRNA-1273 nei maschi 18-24 anni.
Ormai abbiamo dati provenienti da molti Paesi: se mettiamo su un piatto della bilancia il rischio di miocarditi da vaccino e sull’altro quello delle miocarditi da SARS-CoV-2, il primo sarà molto più pesante per i giovani maschi.