La domanda sull’utilità della vaccinazione contro la COVID-19 per chi è stato già contagiato dal SARS-CoV-2 ha finalmente avuto una risposta dallo studio che riassumiamo.

Già altri studi hanno dimostrato come la reinfezione con il SARS-CoV-2 sia possibile, ma rara [12]; l’interrogativo dello studio in oggetto è preciso:

le persone che hanno contratto l’infezione e sono state vaccinate, si sono ammalate come quelle che non sono state vaccinate?

Esiste la possibilità teorica che il vaccino possa fornire qualche beneficio a persone precedentemente infette. Il sito web del CDC raccomanda che le persone precedentemente infettate da SARS-CoV-2 ricevano il vaccino, così come EMA e AIFA, e il Ministero della Salute italiano ha decretato l’obbligatorietà della vaccinazione per tutti i sanitari, anche per quelli precedentemente ammalatisi di COVID-19. Nonostante queste raccomandazioni, sono rare le segnalazioni credibili di persone precedentemente infette che hanno contratto nuovamente la COVID-19, e non sono esplicati chiaramente i motivi per cui le persone che hanno già avuto la malattia debbano essere vaccinate.  Un precedente ampio studio osservazionale ha concluso che non si può fare affidamento sull’immunità dall’infezione naturale per fornire una protezione adeguata e ha sostenuto l’utilità della vaccinazione di individui precedentemente infetti [3]. Questo studio ha confrontato i tassi di positività alla PCR durante una seconda ondata di COVID-19 in Danimarca tra coloro che erano risultati positivi e negativi durante la prima ondata e ha indirettamente stabilito che una precedente infezione precedente fornisse una protezione dell’80,5% verso una nuova infezione, protezione che scendeva al 47,1% nelle persone di età superiore ai 65 anni. Lo studio non ha confrontato persone vaccinate e non vaccinate, ed è quindi una speculazione teorica affermare che il vaccino avrebbe fornito una protezione migliore in quella particolare popolazione. Inoltre, dato il breve intervallo tra i due periodi di osservazione, è possibile che alcuni dei tamponi positivi raccolti nella prima parte della seconda ondata non fossero necessariamente nuove infezioni ma tracce del virus residuo dalla fine della prima ondata, dal momento che un piccolo numero di persone può continuare ad avere risultati positivi del test PCR per diverse settimane o alcuni mesi dopo l’infezione.

La risposta concreta, sul campo, per valutare la necessità del vaccino COVID-19 in persone che erano state precedentemente infettate da SARS-CoV-2, poteva fornirla solo la dimostrazione che le persone precedentemente infette vaccinate hanno un’incidenza inferiore di COVID-19 rispetto alle persone precedentemente infette non vaccinate.

Lo studio ha coinvolto i dipendenti del Cleveland Clinic Health System,Ohio; 52238 persone, di cui 2579 (5%) erano state precedentemente contagiate da SARS-CoV-2.

L’incidenza cumulativa dell’infezione da SARS-CoV-2 è rimasta pari quasi a zero tra i soggetti precedentemente infetti che non sono stati vaccinati, tra i soggetti precedentemente infetti che sono stati vaccinati e soggetti precedentemente non infetti che sono stati vaccinati, rispetto a un costante aumento dell’incidenza cumulativa tra soggetti precedentemente non infetti e non vaccinati. Nessuno dei 1359 soggetti precedentemente infetti non vaccinati ha avuto un’infezione da SARS-CoV-2 per tutta la durata dello studio. Delle 2154 infezioni registrate durante il periodo di studio, 2139 (99,3%) si sono verificate tra coloro che non erano stati precedentemente infettati e che non sono stati vaccinati o erano in attesa di essere vaccinati e 15 (0,7%) si sono verificati tra coloro che non erano stati precedentemente infetti e che erano stati vaccinati.

La vaccinazione, pertanto, era associata a un rischio significativamente più basso di infezione da SARS-CoV-2 tra le persone che non avevano contratto l’infezione (HR 0,031, 95% CI 0,015 – 0,061) ma non tra quelli precedentemente infettati (HR 0,313, 95% CI 0 – Infinity). L’assenza di eventi tra coloro che erano stati precedentemente infettati, indipendentemente dal fatto che avessero ricevuto il vaccino o meno, ha precluso pertanto la possibilità di effettuare stime accurate.

Ora che è dimostrato come sia improbabile che soggetti precedentemente infettati da SARS-CoV-2 siano esposti a una reinfezione da COVID-19, indipendentemente dal fatto che siano vaccinati o meno, decade la necessità di vaccinarli.

Lo affermano le prove scientifiche, non solo il buonsenso.

Necessity of COVID-19 vaccination in previously infected individuals

Nabin K. Shrestha, Patrick C. Burke, Amy S. Nowacki, Paul Terpeluk, Steven M. Gordon doi: https://doi.org/10.1101/2021.06.01.21258176