AsSIS sottoscrive e rilancia le Riflessioni del prof Eduardo Missoni della CMSi in cui si ribadiscono concetti che a noi paiono ovvi ma che purtroppo non son tali per i nostri Governi.
- No ad un inutile e costoso nuovo Trattato Pandemico.
- Maggiore trasparenza nel processo di negoziazione degli emendamento ai Regolamenti di Sanità Internazionale (RSI).
- No ad una cessione di poteri ad una Organizzazione Mondiale della Sanità fortemente influenzata dal settore privato.
- Prima di introdurre riforme per affrontare le emergenze sanitarie si assicuri una valutazione indipendente e scevra da conflitti d’interesse della gestione dell’OMS.
- L’Italia si astenga dal sottoscrivere il nuovo strumento e gli emendamenti ai RSI ed esiga trasparenza e valutazione indipendente
E’ indubbio che l’intera gestione delle pandemie da parte dell’OMS (2020-2023) sia stata fallimentare e dovrebbe essere analizzata attraverso un’indagine internazionale e indipendente. Tale valutazione non è stata ancora realizzata ed i motivi sono ovvi: l’OMS ha perso negli anni la sua indipendenza, a causa del congelamento del suo bilancio ordinario e della necessità di fare affidamento per oltre l’80% su contributi volontari provenienti dal settore privato. (ne abbiamo parlato anche QUI) E’ chiaro che se non si corregge questa situazione, non sarebbe saggio aumentarne il potere a scapito della sovranità degli Stati membri.
Trattato pandemico
L’OMS si appresta a proporre un nuovo trattato pandemico che aggiungerebbe confusione piuttosto che semplificare e rendere più efficace la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. I risultati finali saranno presentati e votati alla settantasettesima Assemblea mondiale della sanità nel maggio 2024.
Un nuovo Trattato introdurrebbe ulteriori processi e burocrazia oltre a potenziali disuguaglianze. I Paesi in via di sviluppo non avranno pari accesso ai sistemi diagnostici e ai trattamenti oltre che ai “prodotti connessi alle pandemie” rispetto ad altri Paesi. Ci sono poi divisioni sulla condivisione dei dati poiché le informazioni sui patogeni che causano pandemie possono riguardare la sovranità nazionale e sulle garanzie necessarie per monitorare e regolamentare il ruolo del settore privato.
Regolamenti sanitari internazionali (RSI)
Parallelamente al Trattato pandemico, i governi stanno anche negoziando gli emendamenti ai Regolamenti di sanità internazionale istituiti “per prevenire, proteggere, controllare e fornire una risposta di salute pubblica alla diffusione internazionale delle malattie in modi che siano commisurati e limitati ai rischi per la salute pubblica, e che evitino inutili interferenze con il traffico e il commercio internazionale.” Denunciamo che ad oggi manca la trasparenza dell’avanzamento del lavoro sugli emendamenti; non rendendolo pubblico, non è consentito un controllo pubblico e accademico.
I RSI prevedono l’obbligo per gli Stati membri dell’OMS di informare su “tutti gli eventi che possono costituire un’emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (PHEIC) nel proprio territorio”.
La portata dell’autorità concessa all’OMS dai RSI è abbastanza ampia da consentirle di contattare entità subnazionali, determinare e dichiarare, senza il consenso degli Stati, una Emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC) , formulare raccomandazioni temporanee o permanenti, rivedere le misure sanitarie aggiuntive adottate unilateralmente dagli Stati e anche risolvere eventuali controversie attraverso un processo di risoluzione delle controversie in più fasi.
I RSI, soprattutto, danno mandato al direttore generale dell’OMS di effettuare una valutazione dell’evento segnalato e di prendere una decisione in merito alla sua dichiarazione come PHIEC. Il termine utilizzato nei RSI è PHEIC e non pandemia.
Le possibili conseguenze
Ad oggi, le proposte di emendamento al Regolamento sanitario internazionale, se adottate, potrebbero:
• Rendere le “raccomandazioni” dell’OMS legalmente vincolanti (Articolo 1 e articolo 42): l’attuale capacità dell’OMS di raccomandare esami medici, prove di effettuata profilassi, prove di avvenuta vaccinazione e di attuare la rintracciabilità dei contatti, la quarantena e il trattamento, diventerebbero requisiti obbligatori (articolo 18).
• Ampliare l’ambito di applicazione dei RSI per includere le situazioni che hanno “un potenziale impatto sulla salute pubblica”. (Articolo 2);
• Eliminare il “rispetto della dignità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone” come principi fondamentali (articolo 3);
• Consentire la condivisione di informazioni sensibili con organizzazioni private (articolo 11).
• Rendere obbligatoria l’assistenza e la fornitura di prodotti pandemici ad altri Paesi e all’OMS (articolo 13).
• Dare all’OMS l’autorità di ordinare agli Stati di “impegnarsi ad aumentare la produzione” di prodotti sanitari e di fornire i prodotti sanitari necessari secondo un “piano di assegnazione”. (articolo 13)
• Estendere l’obbligo al viaggiatore al di là della situazione di emergenza sanitaria di rilevanza internazionale (PHEIC) con gravi preoccupazioni etiche (articolo 23).
• Permettere agli Stati e all’OMS di definire unilateralmente cosa sia una falsa informazione, consentendo la censura e la disinformazione istituzionalizzata, ostacolando il dibattito aperto e la verifica basata sulle prove (articolo 44);
• Aggiungere costi finanziari significativi e un “meccanismo finanziario” non specificato (articolo 44A)
Tutto ciò è spiegato dettagliatamente nel documento di Missoni.
Temiamo sinceramente sia che il potere dell’OMS (e del suo direttore) possa crescere enormemente, sia che ciò possa portare a dare all’OMS il potere esclusivo di determinare universalmente quali informazioni sono consentite e quali no.
Un ulteriore passo verso la censura istituzionalizzata e la disinformazione istituzionalizzata.