ASSIS aderisce insieme a C.I.A.T.D.M., Comilva, Contiamoci, Coscienze Critiche, Comitato Ascoltami, La scuola che accoglie e Coordinamento Ricerca Critica all’appello alla dottoressa Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, affinché vengano valutati anche gli oggettivi elementi di rischio legati alla vaccinazione covid nei bambini.
La Garlatti ha risposto alle tante segnalazioni ricevute da genitori che lamentano la discriminazione dei propri figli non vaccinati per la covid nell’esercizio dei diritti all’istruzione, allo sport, allo svago, alla cultura, sul presupposto “positivista” della insindacabilità della legge in quanto tale:
poiché la norma impone la certificazione verde rafforzata per svolgere molte attività – afferma nel Suo ragionamento circolare – la discriminazione, che innegabilmente sussiste, sarebbe l’effetto di una scelta dei genitori.
Da un garante dei diritti dei minori ci si sarebbe aspettati un’altra sensibilità,
giuridica e umana, nonché una diversa percezione della propria funzione, concepita per fungere da presidio e da pungolo, a protezione dell’interesse oggettivo delle giovani generazioni, nei confronti dell’attività dei decisori istituzionali.
Se le scelte dell’auctoritas politica, fondate sulle scelte dell’auctoritas
“scientifica”, sono da considerarsi dogmi non discutibili, va da sé che qualsiasi
aberrazione da esse scaturisca vada ipso facto assecondata. Si tratta di una impostazione passiva che conduce a un paradossale quanto insidioso ribaltamento logico, come infatti
dimostra il surreale invito con cui il Garante conclude il proprio intervento rivolgendosi direttamente ai genitori: essi, invece di denunciare l’ingiustizia, dovrebbero assecondare i desiderata dei figli che, pur di riconquistarsi dei pezzi di vita, chiedano di vaccinarsi.
Sfugge tuttavia alla dottoressa Garlatti come il consenso informato (a cui il minore parteciperebbe in concorso con i genitori) ai fini della sua validità implichi una volontà per l’appunto – libera e realmente informata. E come lo slancio emotivo del “desiderio di
maggior libertà” non sia certo in grado di integrare questi requisiti essenziali. È lo stesso legislatore infatti che, ben sapendo quanto sia problematica la formazione del giudizio in un soggetto per definizione ancora immaturo e facilmente guidato da pulsioni non
razionalmente filtrate, prevede che la volontà del minore sia, comunque, adeguatamente integrata.
A fronte dell’enfasi posta sulla voglia di “libertà”, il garante trascura completamente gli oggettivi elementi di rischio che dovrebbero essere considerati nel bilanciamento con i presunti benefici derivanti dalla somministrazione di un farmaco
autorizzato in via condizionata. È acclarato (e confermato anche da AIFA) il rischio miocarditi, così come è fuor di dubbio la mancanza di dati su possibili effetti a medio e lungo termine. Inoltre, dati recenti (vedi nota) fanno supporre che la vaccinazione abbia un effetto protettivo transitorio che tende in pochi mesi, con la variante omicron oggi
dominante, a volgersi in negativo, ossia a rendere più vulnerabile chi vi si è sottoposto (con conseguente venir meno dell’effetto protezione verso terzi – che secondo alcuni sarebbe un motivo per cui i giovani dovrebbero vaccinarsi – i quali anzi sarebbero esposti a un maggior rischio). Tutti elementi, questi, che imporrebbero fin da subito l’utilizzo della massima cautela nei confronti dei bambini e dei ragazzi e che invece, a quanto pare, non rilevano affatto per chi, istituzionalmente, è preposto a tutelare la vita, la salute, il benessere psicofisico degli adulti di domani.
Alla dottoressa Garlatti non sono evidentemente chiari i criteri e i limiti della fondamentale funzione che è chiamata a svolgere ed è per questo che auspichiamo a gran voce le Sue dimissioni.
Nota 1 – Nuovi dati da articoli scientifici (sintetizzati in questa slide) mostrano che la protezione vaccinale da infezione Sars-CoV-2 con variante Delta è svanita nel corso dei mesi fino a negativizzarsi rispetto ai non vaccinati in Qatar, Svezia, Italia. Il processo di decadimento della protezione vaccinale fino a valori significativamente negativi rispetto ai non vaccinati con la variante Omicron ha subito una forte accelerazione, sia nel Regno Unito (nonostante la 3a dose/di richiamo inclusa in tutti i confronti attuati nelle ultime settimane tra vaccinati e non vaccinati), sia in Danimarca e in Ontario (Canada).
Se tali dati saranno confermati, si imporrà un radicale cambio di strategie di contrasto alla pandemia, dato che i vaccinati dopo alcuni mesi non risulterebbero più protettivi, ma addirittura più suscettibili all’infezione rispetto ai non vaccinati, e ciò toglie i presupposti costituzionali per qualsiasi obbligo, oltre ai presupposti scientifici per mantenere la certificazione verde. Comunque, in attesa di conferme, il principio di precauzione imporrebbe una moratoria nei confronti non delle sollecitazioni a vaccinare i bambini, ma delle stesse vaccinazioni in età pediatrica. Infatti, al bilancio discutibilissimo tra benefici attesi e rischi per gli interessati si aggiungerebbe il rischio che questi, nell’arco di pochi mesi, potrebbero costituire per familiari fragili e per l’intera comunità.
QUI l’appello