Il Ministro della Salute del nuovo Governo italiano ha dichiarato a dicembre 2022: “Mai più obbligo vaccinale”, e il Governo ha disposto il rientro anticipato del personale della Sanità sospeso. Nonostante ciò le politiche che si prospettano sembrano andare in un’altra direzione.

La Sentenza n° 14/2023 della Corte Costituzione da un lato ha dichiarato “non irragionevole” l’obbligo vaccinale anti-COVID-19, dall’altro (punti 6 e 8) ha ribadito per ben 12 volte il concetto che i provvedimenti si sono basati sullo “stato delle conoscenze scientifiche del momento” e “per sua natura transitoria” “alla luce delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche in atto… impone che, mutate le condizioni, la scelta possa (e debba) essere rivalutata”.

Si tratta di dichiarazioni che hanno ignorato volutamente i dati emersi dalla letteratura medicadel momento” che, a differenza delle “conoscenze scientifiche” divulgate, giungevano ad altre conclusioni. La Commissione Medico-Scientifica Indipendente (CMSi) ha più volte posto all’attenzione del governo, del Ministero della Salute e del Comitato Tecnico-Scientifico una grande quantità di dati, fatti e studi che mostravano una situazione completamente diversa da quella veicolata dai media mainstream, mostrando il fallimento delle politiche pandemiche e delle strategie vaccinali anti-Covid.

Fin dal febbraio 2021, lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato sul British Medical Journal mostrava che in Italia, con la variante Delta, a 8-9 mesi dalla 2a dose, l’insieme dei soggetti dai 60 anni in su, si infettava più dei non-vaccinati di pari età, e i soggetti ad alto rischio andavano ancor peggio. Un analogo studio sulla popolazione svedese, pubblicato su The Lancet nel febbraio 2021, mostrava lo stesso fenomeno a 9 mesi dalla 2a dose. Da allora si sono moltiplicate le prove dell’inversione con il trascorrere dei mesi (accelerata con Omicron) della protezione dall’infezione, fino agli studi in Qatar che mostrano effetti sull’infezione significativamente negativi già 7 mesi dopo il booster, e in Francia, dove l’effetto diventava negativo dopo 4 mesi dalla 4a dose.

Il Dottor Peter Doshi, tra i più grandi esperti mondiali di trial clinici, fu tra i primi a dichiarare che gli studi sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini era sostanzialmente inesistente. Il 4 gennaio 2021, Doshi pubblicava sul British Medical Journal, un articolo dal titolo “Pfizer e Moderna “95% di efficacia” – abbiamo bisogno di dettagli e dati grezzi” in cui arrivava a stimare che l’efficacia dei vaccini era in realtà del 29%.

Come ha sostenuto la CMSi, il requisito di legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale volto “a preservare lo stato di salute degli altri”, sancito recentemente dalla Consulta, in realtà era già ampiamente smentito fin dai primi studi, soprattutto con la constatazione che vaccinati e non-vaccinati potevano in egual modo contagiare ed essere contagiati. Come aveva ricordato Carlo Iannello, professore di Diritto costituzionale, Biodiritto, Diritto dell’ambiente e Diritto pubblico dell’economia presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli: “l’art. 32 Cost. consente un trattamento sanitario obbligatorio, ma solo a determinate condizioni. Vi deve essere, cioè, un doppio «beneficio»: per la collettività e, allo stesso tempo, per l’individuo. (…) Solo se un trattamento sanitario è in grado di apportare un beneficio per la collettività, si può ipotizzare di renderlo obbligatorio”. Ciò non è avvenuto per i vaccini anti-Covid quindi non dovrebbe sussistere alcun dovere inderogabile di solidarietà [1] .

Infatti, la vaccinazione di massa anti-Covid ha influito sulla prevenzione della malattia grave per alcuni mesi, ma non sulla trasmissione (così sono tutti i vaccini che vengono iniettati: Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson & Johnson , eccetera). Il problema strategico è che tutti i vaccini attuali hanno attaccato la proteina spike producendo anticorpi specifici che non eliminavano la trasmissione[9]. Si tratta di una verità scientifica assodata che per mesi è stata negata a rete unificate, fin quando la responsabile per i mercati internazionali di Pfizer, Janine Small, è stata costretta ad ammettere in una udienza al Parlamento Europeo che l’azienda farmaceutica non aveva mai testato il vaccino per fermare la trasmissione del virus.

Un vaccino è efficace se blocca la trasmissione di un agente infettivo e sollecita una risposta immunitaria preventiva: senza tali proprietà non si potrebbe addirittura parlare di “vaccino”. Anche la tesi che vaccinandosi si evitano gli effetti gravi è stata ampliamente smentita dal momento che molti sono stati i casi di ri-vaccinati il cui decorso della malattia è stato lento e sofferto. La Commissione Medico Scientifica Indipendente ha messo in guardi fin da subito sull’obbligatorietà vaccinale e sulle vaccinazioni pediatriche anti-Covid riportando dati della letteratura medica sul fatto che vaccinare persone sane e i giovani sarebbe stato controproducente, facendo correre rischi inutili per soggetti che difficilmente si sarebbero ammalati in modo grave, e compromettendo una più duratura immunità naturale.

ASSIS e CMSi rinnovano la richiesta di un confronto scientifico-istituzionale, che potrebbe arricchire il dibattito scientifico e gettare le basi su cui assumere decisioni di politica sanitaria prive di conflitti d’interessi.

Comunicato CMSi n. 6 – Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-25: non c’è emergenza che imponga approvazioni affrettate. 

[1] Con la Sentenza n. 7045/2021, il Consiglio di Stato ha legittimato l’obbligo vaccinale anti-Covid ai sanitari, giustificandolo secondo l’articolo 2 della Costituzione che recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Così facendo si è inclusa la vaccinazione come un dovere inderogabile di solidarietà chiedendone istituzionalmente l’adempimento da parte dei cittadini. Finora, in questa categoria, erano considerati solo la discutibile difesa della patria, il pagamento delle tasse e il mantenimento dei figli. Mai nessuno si era spinto a considerare la vaccinazione come un dovere inderogabile di solidarietà.