Molte persone sono convinte, in buona fede, che la vaccinazione anti COVID-19 sia un gesto altruistico, utile a difendere non tanto se stessi quanto chi sta loro accanto. Un atto di solidarietà e di responsabilità verso il prossimo.

I dati scientifici attualmente disponibili smentiscono questi buoni propositi.

I vaccini in uso offrono una protezione limitata contro l’infezione da SARS-COV-2 e sulla trasmissione del virus.

Afferma una recente  pubblicazione:

“Il rischio individuale di contrarre una forma di COVID-19 grave/pericoloso per la vita può essere significativamente ridotto (dopo la vaccinazione) anche se sono possibili esiti fatali, ma si deve tenere conto del fatto che qualsiasi individuo vaccinato può diventare, almeno a breve termine, un diffusore del virus.”

L’analisi di un focolaio epidemico in una casa di riposo tedesca ha evidenziato come le vaccinazioni a cui gli ospiti erano stati sottoposti non avessero prodotto una immunità sterilizzante con conseguente malattia degli ospiti; pertanto – affermano gli Autori – il rischio di contagio e di trasmissione è sempre possibile, per cui andrebbero mantenute adeguate misure di igiene e isolamento. Le segnalazioni di analoghi focolai di infezioni in strutture con ospiti vaccinati sono numerose, e non è nostra intenzione citarle tutte; la conclusione è univoca: le persone vaccinate non solo possono essere infettate con SARS-COV-2, ma il virus può essere isolato su di loro, seppure per un intervallo di tempo più breve rispetto alle persone non vaccinate.

Anche tra le persone che non si vaccinano c’è chi fa questa scelta con la speranza di agire nell’interesse della comunità, convinto che la vaccinazione debba restare selettiva per anziani fragili e soggetti a rischio e che la cooperazione tra immunità così indotta negli anziani e l’immunità naturale dei giovani consentirà la co-evoluzione con il virus che ci riporterà alla normalità.

Se il contagio da Sars-CoV-2 avviene da bambini si svilupperà un’infezione quasi sempre lieve o asintomatica, con l’immunità naturale che sembra persistere a lungo. Se l’infezione avviene in età più avanzate via via aumentano le possibilità di un decorso più grave, insieme a possibili effetti indesiderati anche a livello di comunità. Tra i bambini l’infezione è asintomatica cinque volte di più che tra gli adulti, e la risposta immunitaria più stabile rispetto agli adulti.

Anche in tempi bui come quelli che stiamo vivendo ci sono persone che vivono pensando agli altri, che cercano, in buona fede, il bene comune, il dialogo, il confronto. Non sono rarità, sono soltanto senza voce.