Emergenza infinita: prorogato al 31 dicembre l’obbligo di mascherine nelle strutture per anziani e in vari reparti ospedalieri.
Con l’ordinanza in vigore dal 1° maggio scorso il Ministro della Salute ha confermato fino al 31 dicembre 2023 l’obbligo di indossare la mascherina nei reparti ospedalieri dove sono presenti persone fragili, anziane o immunodepresse e in tutte le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, compresi hospice e strutture riabilitative. La discrezionalità delle Direzioni sanitarie è limitata agli altri reparti, verosimilmente quelli di ostetricia, pediatria e forse pochi altri.
L’ordinanza dispone che l’obbligo sia esteso “ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori”. Prendendo alla lettera la norma “i degenti anziani potrebbero dover indossare mascherine giorno e notte, per mesi” spiegano Alberto Donzelli, medico e membro della Commissione Medico Scientifica Indipendente, e Laura Stabile, medico, già senatrice e componente della 12a Commissione igiene e sanità nella XVIII legislatura, che hanno raccolto in un documento scientifico le prove più recenti e valide sull’utilizzo di tali presidi evidenziando come la letteratura scientifica non fornisca prove solide a supporto del loro utilizzo esteso e anzi metta in guardia da possibili effetti negativi.
Le prove più recenti e di migliore qualità
Recentemente un prestigioso staff Cochrane, coordinato da Tom Jefferson, ha presentato una revisione sistematica di 78 studi randomizzati e controllati (RCT) sui mezzi fisici atti a interrompere o ridurre la diffusione dei virus respiratori, fra questi 12 hanno confrontato l’uso della mascherina chirurgica rispetto al non uso, e hanno concluso con moderata certezza che è probabile che ci sia poca o nessuna differenza:
– per la comparsa di sintomi da COVID-19 e da sindromi influenzali la differenza è risultata -5% (statisticamente non significativa) per i gruppi con mascherina;
– per i casi di influenza o COVID confermati in laboratorio vi è stata una minima tendenza, non significativa, a un aumento dei casi nei gruppi con mascherina (+1%).
Il confronto tra maschere chirurgiche e respiratori FFP2 (4 RCT in contesti sanitari, 1 in famiglia) mostra una limitata tendenza al beneficio delle FFP2 per le sindromi influenzali senza differenze in ambiti sanitari, dove le chirurgiche non risultano inferiori a FFP2.
Anche una successiva indagine degli esperti del St. George Hospital di Londra ha mostrato che l’utilizzo delle mascherine in ospedale non ha cambiato sostanzialmente nulla nell’andamento delle infezioni da Covid.
Diversi studi sono stati mal interpretati e hanno indotto molti, a partire da direttori editoriali ed editorialisti sugli Annals of Internal Medicine, a sostenere che tutti dovrebbero indossare mascherine. Nel documento vengono analizzati alcuni di questi studi ed evidenziati i limiti di cui avevamo parlato anche QUI.
Effetti dannosi delle mascherine – La reinalazione dei virus – prove indirette
Già nel 2020 l’OMS aveva indicato 11 potenziali danni o svantaggi dell’uso delle mascherine, senza però segnalare quello che potrebbe essere il problema maggiore. Se una persona ha contratto l’infezione la barriera rappresentata dalla mascherina può portare alla ri-inalazione dei propri virus con un circolo vizioso che aumenta la carica virale, favorendone la discesa nelle basse vie respiratorie e negli alveoli polmonari.
Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità ha dimostrato che l’incremento della carica virale cumulativa aumenta il rischio di polmonite interstiziale, il che è perfettamente logico. Così come sono logiche le considerazioni relative alla reinalazione dell’anidride carbonica (CO2).
Anche senza arrivare alle considerazioni sulla mortalità per covid aumentata nei paesi che hanno adottato l’utilizzo delle mascherine, molte ricerche documentano un carico di importanti effetti avversi davvero elevato da uso protratto delle mascherine.
L’European Center for Disease Control and Prevention (ECDC) durante la pandemia ha espresso pareri ragionevoli: mascherine raccomandate solo in luoghi affollati, come supermercati e mezzi di trasporto, e per i malati che non possono essere isolati. Ma qui vi è stato un grosso fraintendimento: i malati devono essere isolati e indossare la mascherina solo brevemente in caso di contatto con altre persone e non, come è avvenuto e come sembra ancora volere il Ministero della Salute, portare la mascherina in permanenza o quasi.
Le mascherine possono avere un effetto protettivo, ma l’uso si dovrebbe limitare a situazioni di rischio reale e solo per il tempo strettamente necessario. Occorre consapevolezza che “alla luce delle attuali prove scientifiche, le mascherine non sono solo un piccolo discomfort per ottenere grandi benefici per la salute individuale e collettiva, ma un compromesso anche per la salute, da spingere solo fin dove sia ragionevolmente chiaro che i benefici prevalgono sui danni”, concludono gli autori.
È dunque il momento di fare il punto delle prove scientifiche oggi disponibili, mancano ancora molti mesi a fine anno e si può ancora sperare in un ripensamento da parte del Ministero,