Omicron è un virus più contagioso e meno aggressivo rispetto alle varianti precedenti. Nei bambini senza malattie croniche determina infezioni asintomatiche sino al 75% dei casi, molto lievi o lievi senza differenze significative tra i non vaccinati o i vaccinati con doppia o tripla dose.

I già rari casi di MIS-C sono ancor più ridotti rispetto alle infezioni da altre varianti ed il Long Covid pediatrico appare sempre più una forzatura, considerando i modesti sintomi che si presenterebbero, peraltro comuni a tante altre forme virali.

Se il rischio di sviluppare una forma grave di COVID è così basso, il rischio di una reazione avversa alla vaccinazioni COVID nei bambini deve essere ancora inferiore per giustificarne la scelta.

Non è così!

I rischi di eventi avversi causati dalla vaccinazione sono frequenti, e non banali, secondo i dati presentati il 1° settembre dai CdC, l’istituzione più autorevole al mondo, nell’aggiornamento sui vaccini COVID nei bambini piccoli e dopo le dosi di richiamo nei ragazzi e negli adulti.

Sono riportati i dati ottenuti da tre sistemi di sorveglianza: VAERS, v-safe e VSD.

Il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) è un sistema nazionale di allerta per rilevare precocemente i problemi di sicurezza nell’uso dei vaccini in USA, co-gestito dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e dalla Food and Drug Administration (FDA). Accetta rapporti da parte di chiunque (operatori sanitari, pazienti, genitori, caregiver, produttori, ecc.) voglia inviarli, indipendentemente dalla plausibilità che il vaccino abbia causato l’evento o dalla gravità clinica. Il sistema ha il pregio della velocità nell’evidenziare rapidamente i potenziali problemi di sicurezza, anche rari, ma presenta i limiti ben noti della sorveglianza passiva che sottostimano anche moltissimo la reale frequenza degli eventi avversi.

Nonostante i limiti della sottosegnalazione, sono stati riportati 19 eventi avversi “serious”, termine che indica i casi di morte, malattia pericolosa per la vita, ricovero o prolungamento del ricovero, invalidità permanente, anomalia congenita o difetto di nascita dopo la vaccinazione tra i bambini da 6 mesi a 5 anni.

19 eventi gravi possono apparire pochi, ma sono un’enormità per un’infezione che nella stragrande maggioranza di questi bambini si presenta con sintomi più miti una sindrome influenzale.

V-safe è un programma di monitoraggio volontario dei CDC sulla sicurezza del vaccino COVID-19 negli Stati Uniti. E’ una sorveglianza quasi attiva, perché viene chiesto ai partecipanti di riferire attraverso sms e e-mail se, dopo la vaccinazione COVID-19, si sono presentate reazioni locali nel sito di iniezione (ad es. dolore, arrossamento, gonfiore); reazioni sistemiche (ad es. affaticamento, cefalea, dolori articolari): reazioni che hanno avuto un impatto sulla salute (impossibilità di svolgere le normali attività quotidiane, giorni di assenza da scuola o lavoro, necessità di assistenza sanitaria).

Tra i bambini da 6 mesi a 2 anni si sono verificate nei 7 giorni successivi alle due vaccinazioni, in totale:

  • reazioni locali dopo circa il 45% delle inoculazioni con Moderna e il 40% con Pfizer
  • reazioni sistemiche dopo circa il 110% delle inoculazioni con Moderna e il 100% con Pfizer
  • eventi impattanti sulla salute dopo circa il 20% delle inoculazioni con Moderna e il 15% con Pfizer.

Nei bambini da 3 a 5 anni, nei 7 giorni successivi alla vaccinazione si sono verificate, sommando gli eventi dopo le 2 vaccinazioni:

  • reazioni locali dopo circa il 50% delle inoculazioni con Moderna e il 45% con Pfizer
  • reazioni sistemiche dopo circa l’85% delle inoculazioni con Moderna e il 60% con Pfizer
  • reazioni che hanno avuto impatto sulla salute dopo circa il 25% dei vaccinati con Moderna e il 15% con Pfizer.

Nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sottoposti a 3 inoculazioni, nei 7 giorni successivi alle vaccinazioni con Pfizer si sono verificate complessivamente:

  • reazioni locali in circa il 190% dei casi
  • reazioni sistemiche in circa il 130% dei casi
  • reazioni con impatto sulla salute in circa il 40% dei casi
  • inabilità alle attività quotidiane in circa il 20% dei casi
  • impossibilità di lavorare o andare a scuola in circa il 15% dei casi
  • necessità di “cure mediche” in circa il 7% dei casi.

Gli eventi avversi nei ragazzi tra i 12 e i 17 anni segnalati nei 7 giorni successivi alle 3 vaccinazioni con Pfizer sono ancora maggiori:.

  • reazioni locali in circa il 220% dei casi
  • reazioni sistemiche in circa il 200% dei casi
  • reazioni con impatto sulla salute in circa il 90% dei casi
  • inabilità alle attività quotidiane in circa il 40% dei casi
  • impossibilità di lavorare o andare a scuola in circa il 30% dei casi
  • necessità di “cure mediche” in circa il 7% dei casi.

Il Vaccine Safety Datalink (VSD) è un progetto di collaborazione tra l’Immunization Safety Office dei CDC e nove organizzazioni sanitarie allo scopo di monitorare la sicurezza dei vaccini e condurre studi sugli eventi avversi rari e gravi dopo l’immunizzazione attraverso i dati forniti dalle cartelle cliniche degli assistiti.

I tassi di incidenza di miocardite/pericardite verificati da VSD nei 7 giorni successivi alla vaccinazione Pfizer-BioNTech sono riassunti in tabella:

Maschi età

Tasso di incidenza/milione di dosi (95% CI)

2 dose

Tasso di incidenza/milione di dosi (95% CI)

1 booster

5-11

14.4 (3.0 – 42.2)

12-15

150.5 (102.3 – 213.6)

61.3 (19.9 – 143.0)

16-17

137.1 (75.0 – 230.1)

188.0 (86.0 – 356.9)

18-29

81,4 (53,6-118,4)

41,9 (16,9-86,4)

 

Nella valutazione di confronto del rischio di miocarditi e pericarditi nel periodo 0-7 giorni dopo la-vaccinazione rispetto al periodo da 22 a 42 giorni dopo il 1° booster emerge che il rischio di queste reazioni avverse è di 1 ogni 5291 dosi somministrate (1.000.000/189).

Questo solo dopo il primo booster, cui vanno sommate le miocarditi dopo la 1° dose, la 2° dose, e il futuro 2° booster (ampiamente preannunciato). Sono dati emersi con la sorveglianza passiva, che sottostima notevolmente la realtà, perché quando la sorveglianza è attiva abbiamo valori ancora maggiori. Sono stati riportati, dopo la 2° dose di vaccino, eventi avversi cardiovascolari nel 29,24% dei ragazzi da 13 a 18 anni, anomalie all’ECG nel 17,94% e mio-pericarditi nel 2,33%.

La Danimarca ha ammesso che la decisione di vaccinare tutti i bambini è stata sbagliata, dal momento che il vaccino non impedisce i contagi e la trasmissione del virus, e pertanto la vaccinazione di queste fasce di età, poco soggette a forme gravi di COVID-19, non concorre a proteggere il resto della popolazione. In altri Paesi la vaccinazione universale ai bambini non è stata mai praticata.

Se le decisioni politiche fossero basate sui dati scientifici le vaccinazioni COVID ai bambini andrebbero interrotte immediatamente.