In attesa della sentenza del Tar Lazio relativa ai ricorsi presentati da numerose associazioni di medici e cittadini contro l’ordinanza che ha stabilito l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale per alcune categorie, vi proponiamo un resoconto dell’udienza da chi ha partecipato in prima persona, le avvocate Serenella Zurlo e Annamaria Romeo

Il 17 aprile 2020, in piena quarantena, la Regione Lazio ha emanato l’ordinanza n. Z00030 avente ad oggetto “Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019 … Disposizioni in merito alla campagna di vaccinazione antinfluenzale e al programma di vaccinazione anti-pneumococcica per la stagione 2020-2021” con cui veniva disposta la obbligatorietà del vaccino antinfluenzale, da effettuarsi nel periodo 15.09.2020 – 31.01.2021, per :

a) tutti i medici e il personale sanitario, sociosanitario di assistenza, e operatori di servizio di strutture di assistenza, anche se volontario, in servizio nel territorio regionale del Lazio;

b) tutti gli ultrasessantacinquenni residenti all’interno della medesima regione.

Medici, personale sanitario e semplici cittadini si sono chiesti se la motivazione che ha indotto il presidente Zingaretti a compiere questo passo “per ridurre i fattori confondenti per il COVID-19 in presenza di sintomi analoghi” avesse davvero una solida base giurisprudenziale e scientifica.

Soprattutto perché “la mancata vaccinazione per il personale sanitario comporterà l’inidoneità temporanea allo svolgimento della mansione lavorativa ai sensi del Dg. 81. La mancata vaccinazione per le persone ultra 65 anni comporterà l’impossibilità di accedere a centri anziani o altri luoghi di aggregazione che non consentano di garantire il distanziamento sociale”.

Infine, è rivolta una forte raccomandazione per effettuare il vaccino antinfluenzale per tutti i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni attraverso il pieno coinvolgimento dei pediatri di libera scelta.

I dubbi sono stati tali da far depositare il primo ricorso al TAR Lazio contro l’ordinanza, presentato dal dott. Mariano Amici della ASL RmH.

Il dibattito scientifico sollevato dalla decisione della regione ha indotto alcuni medici ad approfondire le conoscenze su questa vaccinazione, ed è stato pubblicato un volume dal titolo Vaccinazione antinfluenzale: che cosa dicono le prove scientifiche, a cura di: Alberto Donzelli, Daniele Agostini, Paolo Bellavite, Adriano Cattaneo, Piergiorgio Duca, Eugenio Serravalle (Giovanni Fioriti editore, 2020) scaricabile gratuitamente qui: https://fioritieditore.com/salute-e-istituzioni/

E’ un’analisi esauriente della migliore letteratura scientifica oggi disponibile, che dimostrano che vaccinarsi contro l’influenza stagionale:

“Ha un’efficacia moderata nei confronti dell’influenza, ma non è efficace verso le ben più numerose sindromi influenzali da virus diversi da quelli dell’influenza”.

Ma vi è di più: “In base ad alcuni studi potrebbe aumentare altre infezioni respiratorie (interferenza virale), comprese alcune da coronavirus (anche se mancano prove rispetto al SARS-CoV-2). Non è comunque stato chiarito se sia risultata associata a prognosi migliore negli affetti da COVID-19”.

Chiara è risultata anche la posizione di ISDE e di altre realtà scientifiche, tutte contrarie alla misura della vaccinazione antinfluenzale obbligatoria, adottata sul presupposto di poter facilitare la diagnosi differenziale rispetto alla Sars-Cov-2.

Confortati da così tante evidenze scientifiche anche il collegio difensivo del Team legale di AsSIS – costituito formalmente dagli avv.ti Serenella Zurlo e Annamaria Romeo e con la preziosa collaborazione degli avv.ti Emidio Grumelli e Domenico Conversa – ha patrocinato la causa, assistendo medici e sanitari che svolgono la professione nel Lazio notificando, il 27 giugno 2020, il ricorso che poi veniva iscritto al ruolo del Tar Lazio-Roma con N.RG. 4859/20.

Risultavano già pendenti il ricorso di Ampas, con gli Avv.ti Gaetani Alessandro e  Forasassi Sara e Samantha, nonché quello del Movimento Roosevelt unitosi con intervento ad adiuvandum alle analoghe iniziative dei medici laziali rivoltisi all’autorità giudiziaria per fermare l’ente regionale.

Nel frattempo però il Tar Lazio “per poter decidere sulla fondatezza del ricorso e sulla domanda incidentale di sospensione della efficacia del provvedimentochiedeva al Comitato Tecnico Scientifico di relazionare sulle indicazioni fornite per le vie brevi  (cfr. ordinanza Z00030 a pag. 9) in merito alla adozione del provvedimento con cui la Regione Lazio aveva imposto l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale per gli over 65, medici e sanitari.

Un tale provvedimento risultava agli occhi degli addetti ai lavori abbastanza irrituale, atteso che se sussiste un vizio di istruttoria – peraltro sollevato da più parti – il Giudice amministrativo è chiamato a rilevarlo e ad annullare l’atto viziato, non può certo consentire alla controparte di sanare il vizio in corso di causa. Nonostante le predette perplessità era confortante che il Tar Lazio volesse approfondire la questione scientifica, chiedendo al CTS se le misure adottate con il provvedimento impugnato fossero coerenti, sotto il profilo scientifico e “se i rischi paventati dall’odierno ricorrente in ordine agli effetti della vaccinazione antinfluenzale sul sistema immunitario trovino conferma nelle conclusioni cui è pervenuta la prevalente comunità scientifica”.

La causa veniva rinviata all’udienza in camera di consiglio fissata al 4 agosto 2020. (leggi qui il provvedimento completo http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato6236924.pdf)

Ebbene,  accolti da agenti di polizia e personale addetto allo smistamento presso le varie sezioni, alle 10,30 oltre quattordici avvocati – tra cui l’Avv. Federico Sorrentino, già professore di Diritto Costituzionale presso l’Università La Sapienza – si sono ritrovati, a distanza “di sicurezza”, in una aula del primo piano del palazzo di Via Flaminia e, pur bacchettati al primo tentativo di scambiare due parole o un sorriso sotto la mascherina, verso le 11 sono entrati in aula per la discussione in camera di consiglio.

A quel punto si è verificato qualcosa che di rado avviene in un’aula di tribunale: i difensori venivano ascoltati dal Presidente del Collegio in modo quasi collettivo, come se si trattasse di un unico collegio difensivo, una voce unica e unanime in difesa dei diritti costituzionalmente tutelati. Gli avvocati hanno illustrato la copiosa documentazione scientifica allegata, mentre la Regione Lazio non ha prodotto agli atti nulla che giustificasse la coerenza e la proporzionalità della misura adottata e ciò in spregio del principio di precauzione tanto decantato dalla stessa Avvocatura dello Stato.

L’udienza si è conclusa alle 12.30 e nell’aria del Tribunale Amministrativo si respirava alla fine un’aria più leggera, la ritrovata speranza nella giustizia e nella tutela dei diritti costituzionali. Aspettiamo fiduciosi la sentenza.