Viviamo in una continua situazione di perenne conflitto tra quello che facciamo e quello che sappiamo che dovremmo fare o non fare. Sappiamo che i bambini non dovrebbero mangiare guardando la televisione, ma non riusciamo a spegnere lo schermo, spaventati dal rifiuto del cibo proposto. Così come sappiamo che dovremmo mangiare, insieme ai nostri figli, cinque porzioni di frutta e verdura tutti i giorni e non riusciamo. Tenere i bambini lontani dagli schermi digitali non è semplice, proprio per niente. Ammettiamolo: sappiamo che non dovremmo dare il telefonino a nostro figlio, ma lo facciamo costantemente. I genitori hanno bisogno di aiuto.
Pediatri custodi digitali è la guida per i pediatri di famiglia curata dai Marco Grollo ed altri che, prima in Italia, intende realizzare un’attività strutturata e sistematica di educazione digitale familiare sin dalla nascita. Risponde alle domande che ogni pediatra si pone nell’arco della sua attività professionale: quali contenuti per un dialogo con i genitori sulla corretta gestione degli schermi nei primi anni di vita? Quali suggerimenti specifici per le diverse fasce di età? Come dare concretezza alle indicazioni pediatriche internazionali sulla necessità di promuovere fin dalla nascita un corretto utilizzo degli schermi?
L’esigenza di sviluppare l’educazione familiare digitale nasce dall’osservazione del contesto in cui vivono oggi i bambini, un ambiente fisico divenuto anche digitale.
I bambini oggi nascono e crescono in un ambiente popolato da schermi digitali. E con adulti che molte volte al giorno, ovunque si trovino, dirigono il loro sguardo e la loro attenzione verso uno schermo. Gli schermi sono presenti sin dalla nascita sia perché presenti nell’ambiente, sia perché sperimentati molto precocemente. I bambini sono posti davanti agli schermi digitali anche nei primi mesi di vita. Una ricerca del 2016 ha rilevato che il 30% dei genitori con bambini da 0 a 12 mesi dichiara di lasciare il cellulare qualche volta o spesso in mano al figlio (che non sa ancora né parlare né muoversi) e che il 60% dei genitori con bambini da 12 a 24 mesi dichiara di utilizzarlo per tenere buono il bambino.
Gli schermi digitali hanno occupato gli spazi fisici
I genitori mettono gli smartphone nelle mani dei bambini già durante il primo anno di vita, al pari di qualsiasi altro oggetto che un bambino sia in grado di afferrare. Gli sguardi dei bambini sono dunque attirati molto precocemente non solo dagli stimoli dell’ambiente fisico (suoni, volti, oggetti, rumori di sottofondo, esperienze di contatto fisico) ma anche da immagini e suoni che derivano da uno schermo. I dispositivi digitali, avendo invaso ogni spazio fisico quotidiano, condizionano pertanto anche le relazioni, le routine, gli apprendimenti e di fatto stanno sempre più modificando l’ambiente di vita nel quale i bambini crescono e imparano. Insieme all’ambiente fisico di esperienza del bambino, si è modificato l’ambiente relazionale e affettivo. Gli schermi infatti intervengono nella relazione perché sono utilizzati, in particolare nei primi anni di vita del bambino, come strumento di regolazione degli stati emotivi infantili. Molti genitori li utilizzano per calmare o distrarre i piccoli, per consolarli quando piangono, per intrattenerli durante i viaggi o prima delle visite mediche, per gestire con meno fatica il momento del pasto, oltre che nella consueta veste di intrattenitori quando devono occuparsi delle faccende domestiche. Dare uno smartphone in mano ad un bambino, anche di pochi anni, scegliendo una app per la prima infanzia o un cartone animato su YouTube, è un gesto sempre più frequente, ormai considerato normale. Un gesto che vediamo ripetersi sempre più, nei più disparati contesti sociali (mezzi di trasporto, ristoranti, sale d’attesa, ma anche nei parchi o nei luoghi di vacanza, dove la sperimentazione diretta dell’ambiente naturale dovrebbe offrire stimoli sufficienti per catturare l’attenzione del bambino, e diventare così la sua fonte di apprendimento e di esperienza).
Effetti e conseguenze degli schermi sui bambini
Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti studi che documentano i possibili rischi per lo sviluppo del bambino derivanti dall’utilizzo precoce degli schermi.
I principali sono:
- disturbi del sonno,
- ritardo nell’acquisizione del linguaggio,
- aumento del rischio di obesità,
- diminuzione delle relazioni faccia a faccia,
- disturbi dell’attenzione,
- impoverimento delle relazioni familiari,
- aumento della aggressività,
- diminuzione della capacità di autoregolazione.
L’elenco potrebbe continuare ancora molto a lungo; gli effetti negativi per lo sviluppo possono essere suddivisi in tre macro aree: lo sviluppo fisico, emotivo (psicologico) e cognitivo.
Effetti sullo sviluppo fisico
I problemi fisici derivanti dall’utilizzo degli schermi sono di natura posturale, a carico della vista e dell’udito, legati allo screen based activities, definibili come attività sedentarie, che riguardano il tempo trascorso in assenza prolungata di attività fisica derivata dal consumo digitale, in particolare durante l’età evolutiva. La sedentarietà incide negativamente sulla salute, dal momento che il corpo umano è una macchina che non è concepita per stare seduta in modo costante e per lunghi momenti di tempo: quindi indebolisce l’organismo e ha un ruolo nella diminuzione dell’aspettativa di vita. Molte ricerche in questo ambito sono state condotte a partire dall’uso della televisione (tempo trascorso seduti davanti allo schermo) e hanno documentato correlazioni con il calo progressivo nel tempo delle capacità cardiovascolari e di resistenza alla fatica. Essendo correlata negativamente con il tempo di attività fisica, la sedentarietà incide sul sonno e l’alimentazione.
Altro tema oggetto di studi è proprio la riduzione e l’alterazione del sonno. Un sonno ridotto o disturbato dall’abitudine della visione serale degli schermi influisce sulla riduzione dell’attenzione, della memoria, della maturazione celebrale, dei risultati scolastici; dal punto di vista emotivo provoca un aumento della iperattività, della impulsività, dell’aggressività, dell’ansia; dal punto di vista dello sviluppo fisico è correlato all’aumento dell’obesità, del diabete di tipo2 e di altre patologie di tipo cardio metabolico.
Effetti sullo sviluppo cognitivo
Molti studi sull’esposizione agli schermi in età prescolare documentano una chiara correlazione tra il loro frequente utilizzo e i ritardi nell’acquisizione del linguaggio. Altri effetti riguardano i peggioramenti nella capacità di attenzione e nei risultati scolastici.
Effetti sullo sviluppo emotivo e psicologico
E’ l’area più studiata, in particolare negli ultimi anni, proprio per l’anticipo dell’arrivo degli schermi nelle esperienze di vita dei bambini. Uno studio del 2020 ha rilevato che i genitori che usano lo smartphone sono meno reattivi nei confronti dei loro figli piccoli (zero-cinque anni) e che le probabilità che i genitori rispondano all’offerta di attenzione del loro bambino erano cinque volte inferiori rispetto a quando non utilizzano il telefonino. Le risposte di questi genitori erano meno tempestive, più deboli, poco significative dal punto di vista affettivo. Altre ricerche hanno indagato il tema delle interruzioni delle relazioni mamma-bambino, rilevando che nella fase di “distacco digitale” della madre, i bambini anche di pochi mesi manifestavano reazioni di forte disagio disturbo; anche nella fase di ripristino della comunicazione con la madre, i piccoli rimangono disturbati e a disagio per un tempo maggiore rispetto alla situazione classica. Le conclusioni dei ricercatori attestano che l’uso frequente di strumenti digitali da parte delle madri riduce la qualità delle comunicazione madre-bambino e ha un forte impatto sulla regolazione emotiva dei bambini e sulla qualità della comunicazione espressivo-emotiva. Attenzione, co-regolazione e responsività, particolarmente significative nei primi anni di vita del bambino, sono alterate dalle continue e ripetute interruzioni nella relazione diretta provocate dagli schermi. Le ricerche svolte in ambito internazionale indagano alcuni comportamenti connessi all’utilizzo di dispositivi digitali come l’utilizzo dello smartphone durante l’allattamento, e più generale il tema delle interruzioni frequenti delle relazioni faccia a faccia causata dal richiamo costante delle notifiche del cellulare e dalla necessità psicologica degli adulti (quindi anche dei genitori) di essere sempre connessi alla rete. In sintesi, l’utilizzo frequente ripetuto degli schermi nei primi anni di vita del bambino, togliendo tempo alla relazione diretta e modificandone la qualità, diventa un fattore di ostacolo alla sicurezza del bambino, al suo benessere psicofisico, e in generale al suo sviluppo.
Cosa fare?
Proponiamo alcuni consigli e utili raccomandazioni tratte dalla Guida ad uso dei Pediatri per un dialogo con i genitori sull’utilizzo consapevole dei media per il benessere digitale dei bambini sviluppato nei percorsi educativi promossi da CUSTODI DIGITALI dell’Associazione Media Educazione Comunità. Le indicazioni sono divise per fascia di età dei bambini: riportiamo i consigli per i bambini sino ad 1 anno di età, da mettere in pratica affinché i media diventino alleati nella crescita dei figli e nell’aumento del loro benessere.
I bambini imparano dall’esperienza diretta e non dagli schermi: ogni volta che li mettiamo davanti ad uno di essi impediamo loro di imparare, generiamo associazioni mentali tali per cui verrà sopravvalutata l’importanza dello strumento rispetto ad altri tipi di contatti e rapporti. Non dimentichiamo, infine, che esponiamo i bambini a radiazioni elettromagnetiche, anche soltanto utilizzando il cellulare vicino a lui.
Da 0 a 6 mesi
ALLATTAMENTO
L’allattamento è un momento fondamentale di relazione con il proprio figlio. Non è solo il nutrimento ideale per la sua crescita, è alla base di una solida unione emotiva. Durante la poppata, tutta l’attenzione deve essere dedicata al lattante e pertanto va evitato l’uso degli schermi, dalla televisione al tablet e allo smartphone. Se possibile, bisognerebbe spegnere il cellulare o almeno lasciare attiva solo la suoneria silenziando i supporti multimediali. In questi primi mesi di vita del bambino sarebbe utile lasciare lo smartphone un po’ distante per allontanare la tentazione di controllare lo schermo.
GUARDARLO SEMPRE
Il bambino ha bisogno di essere guardato costantemente negli occhi, nel viso, quando è insieme ai genitori; lo sguardo è la principale forma di trasmissione di sentimenti e informazioni, favorisce lo sviluppo emotivo e l’autostima ed è determinante per la relazione di attaccamento.
IL PIANTO
I bambini comunicano attraverso il pianto, ed è fondamentale cercare di capirne e interpretarne i bisogni che si manifestano con questa modalità. Il contatto fisico, il suono della voce, il movimento sono le modalità più efficaci per calmare il pianto di un bambino di questa età. Qualsiasi schermo non può e non deve sostituire questi comportamenti, utilizzare lo smartphone per distrarre il bambino ipnotizza il suo sguardo, ma non lo fa stare meglio. non gli consente di conoscersi, di capire quello che succede e come comunicarlo e interrompe i processi di autoregolazione
Da 6 a 12 mesi
MANGIARE E’ CONDIVIDERE
Il pasto è un momento di socialità fondamentale, in cui gli schermi, dalla televisione al tablet, sono un elemento disturbo. Si mangia ma soprattutto si parla insieme, anche al bambino e anche se lui non risponde ancora (a parole). Un bambino posto davanti ad un qualsiasi schermo mentre mangia avrà poche possibilità di fare “esperienza” del cibo, che è un momento di conoscenza e apprendimento fondamentale; non si renderà conto altrimenti né di quello che sta facendo né di quello che sta mangiando. Oltretutto, nei telegiornali sono spesso vengono trasmessi contenuti non adatti a bambini.
MOVIMENTO E APPRENDIMENTO
Va assicurata al bambino la libertà di muoversi ed esplorare, di afferrare gli oggetti, sempre sotto lo sguardo dei genitori attenti. L’intelligenza si sviluppa con l’esperienza assicurata dal movimento, e lasciare i bambini davanti ad uno schermo riduce le possibilità di apprendere, aumenta i rischi di ritardo delle competenze linguistiche, di ritardi cognitivi e di riduzione dei tempi di attenzione e concentrazione. Non abituare il bambino alla televisione come presenza costante e come sottofondo della routine giornaliera.
VITA ALL’APERTO
Portando il bambino in passeggino, gli permette di guardare tutto quello che ha intorno a sé, di immagazzinare informazioni, di sviluppare esperienze nuove. Può essere utile portare con sé un oggetto che possa mordere o un piccolo libro che possa tenere in mano, ma è meglio evitare di dagli in mano uno schermo. E’ sempre utile raccontare e illustrare al bambino quello che sta vedendo, per favorire lo sviluppo delle sue competenze.
Sappiamo che la vita del genitore non è sempre facile e che ogni tanto anche gli adulti sentono il bisogno di ipnotizzarsi staccando dal mondo davanti ad uno schermo ma proviamo a farlo quando non siamo coi bimbi e soprattutto a non farlo fare a loro!
Continua…