Ci siamo: un gruppo di consulenti della Food and Drug Administration ha già dato il ‘via libera’ alla raccomandazione dell’uso del vaccino Comirnaty nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni con 17 voti a favore e un astenuto.

I vantaggi dalla vaccinazione (2 dosi a 3 settimane di distanza, 10 microgrammi ciascuna, un terzo di quella degli adulti) sarebbero superiori ai rischi anche per quella fascia d’età. Pfizer ha di recente pubblicato i suoi dati per la fascia di età 5-11 anni, dopo una sperimentazione condotta su 2.000 bambini, sostenendo che l’efficacia è del 90,7% in quelle età.

Se arriverà, ma è più corretto, quando arriverà l’autorizzazione definitiva, gli Usa potranno vantare il primato di essere il primo Paese occidentale a vaccinare i bambini contro la Covid-19.

L’attenzione della FDA dovrebbe concentrarsi ora sulla sicurezza, in particolare sul rischio di miocarditi e pericarditi già segnalate in altre fasce di età.

Sono numerosi gli interrogativi ancora senza risposta, dal momento che gli eventi avversi a carico del cuore si verificano entro pochi giorni dalla vaccinazione, sono più comuni nei maschi e nelle persone più giovani ed il numero di eventi avversi è maggiore del cosiddetto “tasso di incidenza di miocardite standard”.

Tre domande meritano una risposta:

  • perché il miocardio è un oggetto di queste reazioni avverse?
  • perché sono maggiormente colpiti gli adolescenti maschi?
  • perché la patologia si presenta maggiormente dopo la seconda dose del vaccino m-RNA?

Nonostante non ci sia emergenza tra i bambini che si ammalano poco e raramente di forme gravi di COVID, viene concesso l’uso in un’emergenza che non c’è in queste età.

Il buon senso è stato definitivamente abbandonato, anche questa volta.